Troppa incertezza sul futuro, presidio dei lavoratori della Provincia
I lavoratori dell'ente provinciale dal Prefetto. I Sindacati: «Il quadro generale è di incertezza finanziaria evidenzia il rischiosia per l'occupazione che per i profili professionali maturati»
I dipendenti della Provincia di Varese hanno proclamato lo stato di agitazione per contestare la Legge di Stabilità 2015, che prevede tagli insostenibili al bilancio degli Enti, in particolare a quelli delle Province, tali da provocare drastiche riduzioni nei servizi offerti ai cittadini ed esuberi di personale (ne sono stati quantificati ben 20 mila dall’ UPI, Unione delle Provincie d’ Italia); e per protestare perché fino ad oggi la Provincia non ha neppure avviato la contrattazione aziendale per lanno che sta per finire e che, peraltro costituirà la base di calcolo per il trattamento economico dei lavoratori coinvolti nel processo di riordino delle Province, secondo quanto previsto dalla Legge Del Rio.
La rsu e i sindacati di Cgil Cisl, Uil e Csa sono stati ricevuti in Prefettura, mentre dalle 15 alle 18 si è svolta l’azzemblea dei lavoratori a Villa Recalcati.
Secondo i sindacati, il quadro generale è di incertezza finanziaria e gestionale evidenzia il rischio sia per il mantenimento dei livelli occupazionali e la garanzia dei profili professionali e delle competenze maturate. «Basterà ricordare che a tutt’ oggi la Regione non ha ancora concluso la pianificazione delle nuove deleghe di funzioni – spiegano in una nota i rappresentanti sindacali in una nota -. A tal proposito il 13 novembre scorso, i rappresentanti della provincia di Varese promisero di trasferire a rsu e organizzazioni sindacali di categoria i dati di rilevazione finanziari e di personale, relativi al riordino, prima della consegna all’Osservatorio Regionale sulle Province, previsto per la scorsa settimana. Nulla ci è stato consegnato. Nulla è stato fatto anche sul versante della contrattazione economica aziendale per il 2014, mentre ormai l’ anno volge al termine. Più volte si è sottolineata l’urgenza di chiudere la contrattazione 2014 in tempi brevissimi, sia in relazione alla prevista, prossima entrata in vigore (gennaio 2015) della nuova contabilità armonizzata, che implica obblighi anche negli Enti non sperimentatori, sia soprattutto nel quadro del riordino istituzionale in corso. Qualora entro la fine dell’anno in corso l’Amministrazione non provveda alla costituzione dei fondi contrattuali, si creerebbe un grave vulnus rispetto alla liquidazione ai lavoratori del dovuto per l’anno in corso. Tale costituzione rappresenta, infatti, la base di calcolo necessaria per definire il contratto aziendale annuale e pertanto ne rappresenta il prerequisito inderogabile. Si determinerebbe anche una grave responsabilità in capo all’Amministrazione della Provincia, proprio per le conseguenze che ne deriverebbero, venendo meno il titolo giuridico che permetterebbe la liquidazione del salario accessorio anche per gli anni futuri. È evidente dunque che per i lavoratori è inaccettabile rischiare di perdere quote ulteriori del loro salario, considerato che il blocco del contratto nazionale dal 2009 ha già provocato una perdita secca di oltre 4.500 euro pro-capite».
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