L’euro crolla, Grecia e petrolio affondano le borse europee
La moneta unica tocca i minimi nei confronti del dollaro. A incidere l'incertezza sul voto politico greco, il nuovo intervento di quantitative easing della Bce e un nuovo crollo del prezzo petrolio
Giornata segnata da pesanti ribassi per le borse europee. L’euro si deprezza, toccando i minimi storici da nove anni a questa parte (1,19 dollari dopo aver toccato un minimo da nove anni a 1,1880 dollari), a causa delle possibili evoluzioni del voto politico greco previsto per il prossimo 25 gennaio e da un nuovo calo delle quotazioni del petrolio, con la decisione annunciata dall’Iraq – secondo produttore tra i Paesi dell’Opec – di incrementare le esportazioni.
Piazza Affari. Una notizia quest’ultima che provoca il crollo sul listino milanese Ftse Mib, dei principali titoli energetici: Eni (-7,33%), Saipem (-4,90%) e Tenaris (-4,91%). Le azioni del cane a sei zampe, segnalano gli osservatori, soffrono anche la bocciatura degli analisti di Citigroup che hanno tagliato il loro giudizio sul titolo da «neutral» a «sell», con un target price sceso da 16,5 a 13 euro a causa delle tensioni in Libia e del continuo calo delle quotazioni del greggio.
L’euro. La moneta unica si deprezza sotto l’effetto delle possibili evoluzioni politiche greche, con l’ascesa del partito Syriza, guidato dall’euroscettico Alexis Tsipras, che in caso di vittoria ha intenzione di rinegoziare il debito del paese e dall’intenzione del presidente della Bce, Mario Draghi di stampare nuova moneta e quindi aumentare il debito dell’area euro. Una strategia necessaria, secondo i vertici di Francoforte, per contrastare il rischio «deflazione» (prezzi in calo) in cui rischia di avvitarsi l’economia europea.
Atene. I timori di una possibile uscita dall’euro fanno perdere alla borsa di Atene quasi il 5% del suo valore. Un clima che favorisce i bond governativi dei Paesi «core» come Germania e Francia e sfavorisce per contro quelli dei periferici come Italia e Spagna. Questo spiega perché il differenziale di rendimento tra Bund tedeschi e BTp, lo spread ovvero il principale termometro del “rischio Paese”, sia in rialzo a 133 punti base con una variazione percentuale del 6,74 per cento e un rendimento pari all’1,8 per cento.
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