Checco Lattuada, una carriera “politica” sopra le righe
Coinvolto in vicende legate all’estrema destra, processato per incitamento all’odio razziale e allontanato dai campi di calcio per 5 anni, dalla sua elezione nel 2006 il consigliere comunale ha fatto molto parlare di sé.
Siede tra i banchi del Consiglio Comunale di Busto Arsizio dal 2006 e in questi anni Francesco Lattuada, noto ai più come "Checco" ha fatto molto parlare di sé (nella foto, tratta dal suo profilo su facebook, ndr). Subito dopo la sua elezione in quota Alleanza Nazionale, nel 2007, la sua casa fu perquisita da Digos e Procura per un’inchiesta legata ad alcune formazioni neonaziste che corsero alle elezioni dell’anno precedente. Una vicenda dalla quale si scoprì che nel locale che Lattuada gestiva a Buguggiate il 23 aprile 2007 fu organizzata una festa per il compleanno di Hitler. Un party durante il quale le cimici della Digos ripresero i partecipanti cantare inni fascisti e nazisti ma nessuno dei 22 indagati -tra i quali c’era anche Lattuada- verrà condannato durante il processo: tutti assolti dall’accusa di istigazione all’odio con l’aggravante del motivo razziale per prescrizione del reato.
Ma il nome di Lattuada è salito agli onori delle cronache anche per altri motivi. Nel 2009 fu coinvolto negli scontri seguiti al match tra Pro Patria e Ravenna ricevendo un daspo per 5 anni. Fino all’anno scorso il consigliere è stato tenuto lontano dai campi da calcio (insieme ad altri 6 tifosi) con un iniziale obbligo di firma portando molti a chiedere il suo allontamento dal consiglio di amministrazione della Fondazione Blini. In realtà il PD chiese le sue dimissioni anche dal Consiglio Comunale nel 2012 quando furono diffuse le trascrizioni delle canzoni dell’inchiesta del 2007 ma il consigliere è sempre rimasto al suo posto, blindato dai voti della maggioranza.
Nonostante le polemiche Lattuada non ha mai modificato la sua immagine pubblica, generando anche qualche imbarazzo. Come quando nel 2013 sul suo profilo facebook fu un tripudio di immagini, tra svastiche e donne nude, o come quando difese a spada tratta il Mia Beach, il locale chiuso per disturbo della quiete pubblica. Ora il discusso consigliere è stato nominato membro della commissione antimafia. E le polemiche già non tardano ad arrivare.
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