Futuro di Amsc, tremano i lavoratori

Man mano che i servizi passano a gestione provinciale o vengono accorpati, ci si chiede cosa sarà dell'azienda comunale gallaratese, nata nel 1904. L'assessore al bilancio ha evocato la chiusura, i sindacati sono sul piede di guerra

Che fine farà l’Amsc, la storica azienda comunale di Gallarate, nata nel lontano 1907 e diventata, negli ultimi dieci anni, campo di battaglia quotidiano per la politica? La domanda è nell’aria da mesi, man mano che vanno avanti aggregazioni e cessioni di servizi imposte dalla legge (come nel caso dell’acquedotto, ma non solo) o fatte per scelta politica (la società commerciale del Gas). Il fantasma della chiusura aleggia da tempo, visto anche che già alcune realtà si sono ritrovate su questa strada: vendute le farmacie e con la prospettiva di cedere l’acquedotto, Samarate ad esempio sta chiudendo la sua azienda Asc, che però vanta una storia decisamente meno lunga e dimensioni inferiori.

Ad agitar le acque ci ha pensato l’assessore al bilancio Alberto Lovazzano, che dopo aver lanciato già in passato un grido d’allarme (sostanzialmente: «pensiamo per tempo cosa farne») ha finito per ripeterlo in modo piuttosto brusco. «Sto lavorando ad una progressiva chiusura», è il messaggio uscito da Palazzo Borghi. Perchè da un lato sono previste aggregazioni e trasferimenti di servizi a società di bacino (succederà con l’imponente settore acqua che passerà ad Ato, succederà per i trasporti), dall’altro si fatica a vedere un orizzonte certo per altri servizi, come ad esempio quelli della raccolta rifiuti (che è legata alle prospettive della società Accam, paralizzata da indecisioni e veti incrociati tra Busto, Gallarate, Legnano e i piccoli Comuni). L’esternalizzazione della gestione della piscina di Moriggia, ipotizzata per un anno, sembra finita in nulla, specie ora che il Nuoto Club Gallarate ha annunciato il trasferimento.

La reazione dei lavoratori dell’azienda ex municipalizzata non si è fatta attendere, con la promessa di una "marcia" dalla sede di via Aleardi a via Verdi, sede del Comune. Così ora anche il sindaco interviene a tamponare: «Nella tarda mattinata di domani, 13 febbraio, incontrerò le Rsu di Amsc insieme all’amministratore unico dell’Azienda» spiega Guenzani. «L’incontro sarà utile a chiarire la posizione dell’Amministrazione comunale sul futuro dei vari rami. Posizione che punta anzitutto a 2 obiettivi: garantire il miglioramento dei servizi ai cittadini e assicurare i livelli occupazionali e retributivi dei dipendenti».

Errore di comunicazione dalle file dell’amministrazione? Così pare, a leggere quel che Guenzani si affretta a precisare, parlando di «contributo per superare il disorientamento che ha colto molti, negli ultimi giorni, a causa di informazioni e voci che hanno trascurato o ridimensionato l’intento dell’Amministrazione comunale di tutelare servizi e lavoratori». Va detto che in caso di trasferimenti di servizi (come nel caso dell’acqua) scatta la clausola sociale di tutela dei dipendenti, mentre nel caso di cessioni o aggregazioni le condizioni dei dipendenti devono essere contrattate ma con margini di manovra spesso limitati (come si è fatto con Commerciale Gas, per esempio).

Inevitabili sono state anche le reazioni politiche, sia in maggioranza che nell’opposizione. Il Pd ha provato a correggere il tiro: «Amsc dal 2001 al 2011 passa dall’attivo a un passivo di 27 milioni di indebitamento: oggi abbiamo ridotto a 13 milioni, ma i gioielli di famiglia si erano già ridotti a bigiotteria» ricorda Ivano Ventimiglia, capogruppo dei democratici in consiglio comunale. «Il Pd oggi vuole migliorare i servizi e abbassare le tariffe, questo passa anche dalle aggregazioni, che sono in parte imposte dalla legge ma sono anche un modo per fare economie e garantire la riduzione dei costi». Il futuro di Amsc passa anche dagli indirizzi del consiglio comunale e il Pd potrebbe far sentire qui la sua voce per pesare nelle decisioni.

Dalle file dell’opposizione, tuona Forza Italia, che da 4 anni ha fatto di Amsc il principale fronte di scontro con la maggioranza. «Anche a fronte dell’indebitamento, cosa hanno messo in campo in questi quattro anni? Si direbbe poco, se questo è il risultato» commenta Moreno Carù, del direttivo cittadino di Forza Italia. Gli azzurri hanno sempre sostenuto che Amsc era  un’azienda sana, la cui esposizione finanziaria derivava da investimenti ma anche dalla scelta di fornire «servizi a prezzi calmierati», come ha spiegato Alberto Bilardo, riferendosi ad esempio ai "prezzi politici" della piscina di Moriggia (che ha un passivo che si è ridotto, ma è ancora consistente). Secondo Carù, la politica fatta dall’amministrazione Guenzani è stata orientata solo alla dismissione: «Ci hanno accusato di aver svenduto il territorio per fare investimenti» continua Carù riferendosi ai 10 anni di grandi edificazioni durante le amministrazioni Mucci. «Ma oggi stanno facendo la stessa cosa, stanno svendendo il patrimonio per pagare investimenti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Febbraio 2015
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