Vita (Pd): “Su Accam grave errore, ora Farioli ribalti il tavolo”
Pesanti critiche da parte de segretario cittadino alla strategia adottata dal sindaco sulla partita dell'inceneritore e della gestione integrata del ciclo dei rifiuti. L'appello in difesa dei 90 lavoratori a rischio: "Vanno tutelati"
Il Partito Democratico va all’attacco del sindaco sulla questione dell’inceneritore Accam e lo accusa di non aver deciso, facendo valere il peso dell’amministrazione sulle scelte relative al futuro dell’inceneritore (attualmente segnato da un percorso verso la chiusura che appare inevitabile) e sottolinea che ciò è avvenuto nonostante avesse anche i consiglieri democratici dalla sua parte: «Dopo due anni dall’approvazione da parte del Consiglio Comunale dell’atto di indirizzo sul ciclo integrato dei rifiuti finalizzato alla nascita di una newco sovracomunale dell’alto milanese sulla vicenda Accam siamo ormai giunti al capolinea. Il Pd che non solo ha sostenuto con convinzione quella strategia ma l’ha rilanciata pochi mesi fa proponendo, in continuità con quella scelta, la sperimentazione della tariffazione puntuale come strumento di sostegno di quel percorso, ottenendo un riscontro positivo da parte dei banchi della maggioranza».
L’accusa che il segretario cittadino del Pd e consigliere comunale Salvatore Vita, rivolge a Farioli è quella di non essere stato in grado di scegliere: «Oggi la maggioranza per mezzo del Sindaco ci fa sapere che su Accam nulla è stato deciso e nulla vi è di più vero di questa affermazione. Le cose stanno proprio come dice Farioli. La sua maggioranza non ha deciso nulla ma si è lasciata trasportare dalla corrente fino al salto dalla cascata più alta dalla quale non si può tornare indietro: ha fatto scegliere ad altri il destino di Accam».
Una non scelta che ha scoperto il fianco a chi voleva la chiusura dell’inceneritore ma che non potrà essere giustificata dallo scaricare le colpe nei confronti delle altre amministrazioni: «Ed ora ecco che i nodi vengono al pettine tra le dichiarazioni contraddittorie della Lega che,
prima annuncia di chiudere nel 2016 facendo lo spot elettorale in anticipo di un anno, e poi si dice concorde nel portare avanti l’impianto per altri 10 anni, senza dimenticare la scelta del Sindaco di affidarsi alla quinta opzione ma senza in realtà fare mai una scelta».
Vita sottolinea che il Pd su questa partita ha «ripetutamente chiesto al Sindaco ed alla sua maggioranza di pronunciarsi per tempo ma non siamo stati ascoltati e domani dovremo stare ad ascoltare questa maggioranza che scaricherà sulle altre Amministrazioni le proprie responsabilità affermando che gli altri soci hanno voluto fare la scelta di fermare Accam. Mai a Busto Arsizio la politica è stata così miope sulle scelte da compiere come in questi ultimi mesi. Una maggioranza allo sfascio a cui non interessa nulla di ciò che accade alla città perché ormai proiettata solo al voto del 2016 e a nulla sono valsi gli appelli al buon senso che in questi mesi il Pd ha inutilmente lanciato».
Infine l’appello perchè non ci si dimentichi dei lavoratori di Accam e dell’indotto insieme alle loro famiglie: «Se esiste ancora un margine per uscire dal paradosso in cui questa amministrazione si è infilata, è necessario un atto di coraggio capace di ribaltare il tavolo ed imporre una decisione di buon senso e almeno per una volta libera dai condizionamenti elettorali, ma con una mano sulla coscienza per evitare un clamoroso autogol per la città. Se ciò non accadrà la politica politicante, come usa dire il nostro Sindaco, avrà avuto ancora
una volta la meglio rispetto all’interesse generale che dovrebbe venire sempre prima di ogni misero tornaconto personale, senza contare gli oneri economici che la città sarà costretta ancora una volta sopportare».
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