Milano troppo forte, ma la Openjobmetis è viva

La squadra di Caja prima precipita a -26 contro un'EA7 versione Eurolega, poi risale sino al -8 con qualche buona soluzione tattica. Il divario però resta a favore dell'Olimpia: finisce 79-69

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da Milano – Prima il timore di una scoppola storica, poi una risalita inutile dal punto di vista del risultato ma nella quale si possono leggere segnali positivi per il futuro. Perdere il derby fa sempre male, e di questo stiamo parlando, ma la partita del Forum non è tutta da gettare per la Openjobmetis di Caja, arrivata nel baratro (-26) e poi ritornata con pazienza a distacchi più accettabili, fino a toccare il -8 e sbagliare qualche occasione per fare ancora meglio. Caja ha forse trovato tardi il bandolo di una matassa assai complicata nella prima metà di gara: Milano è arrivata sul parquet di rincorsa dalla bella vittoria di venerdì in Eurolega e dopo un approccio equilibrato ha preso a martellare Varese come si trattasse ancora di una battaglia continentale.

Gentile e compagni hanno letteralmente viaggiato a doppia velocità (il punteggio ha rispecchiato ciò: 30-15, 50-25…) impedendo alla Openjobmetis di entrare in area e concedendo qualcosa solo sul perimetro. Poi nella ripresa le cose sono andate all’opposto: Caja ha risposto con il doppio lungo (Jeffferson per la rapidità e Callahan per le sportellate) e con un assetto senza Diawara – fermato da una contrattura, non grave – ha anche ricevuto risposte importanti sul piano della difesa. Banchi ha concesso minuti alle riserve (parola relativa quando si parla di EA7) ma per il finale è dovuto tornare a spremere Samuels, Moss, Gentile e soci.

Ed è un peccato che Varese abbia sbagliato un paio di tiri pesanti con il cronometro ancora lontano dal 40′: un pizzico di precisione ulteriore e il tentativo di rimonta poteva essere ancora più incisivo. Non è andato e non fasciamoci la testa, a patto che domenica prossima con Cremona si veda la Openjobmetis della ripresa.

COLPO D’OCCHIO – Il grande pubblico al Forum è ormai una consuetudine e il derby si gioca in questa cornice: non il “pienone” ma circa 9mila persone sugli spalti. Da Varese lo spicchio riservato agli ultras non è particolarmente affollato, ma è facile scovare – al primo canestro ospite – qualche centinaio di supporters, arrivati nonostante il pronostico tutto sfavorevole.

 

PALLA A DUE – Non è in quintetto, ma la presenza di Andy Rautins è la notizia più bella per Varese, anche se ciò significa tenere in borghese Okoye. Caja ripropone lo stesso starting five di domenica scorsa, con Eyenga “guardiona” e Jefferson pivot titolare. Milano ha una fila lunga così di opzioni; Banchi dà spazio a Gentile dall’inizio insieme a Ragland, con i vari Hackett, Brooks e Kleiza pronti dalla panchina.

LA PARTITA – Due triple di Maynor sono il modo che ha Varese per dimostrare un approccio positivo al derby. La Openjobmetis non va mai in vantaggio, ma i 5′ iniziali sono comunque ben giocati (12-10) anche se sono poi seguiti da un momento di difficoltà. Milano rientra bene dal timeout e piazza un 11-0 devastante dal quale Varese non riesce a risalire (25-15 al 10′). Il copione piuttosto semplice: l’EA7 chiude ogni varco a Varese per entrare in area e per contro domina con Samuels nel pitturato sul fronte opposto. E quand’anche gli ospiti riescono a raddoppiare sul pivot, scoprono il fianco a ribaltamenti che portano alle triple degli esterni (Brooks, Kleiza, Moss). L’intervallo (52-31) è un fondamentale per una Varese in palese affanno, con Diawara e Jefferson non pervenuti e altri a corrente alternata.

Non che l’avvio del terzo periodo sia migliore, ma toccato il -26 Milano pare tirare il fiato mentre Varese si dà da fare per migliorare un po’. Eyenga sfrutta il fisico ma è soprattutto Jefferson a non farsi demoralizzare: il pivot inizia a circolare nei pressi del ferro sfruttando le imbeccate dei compagni e schiacciando spesso e volentieri. Non basta, perché una striscia vincente di Ragland – 8 in fila – riporta indietro Varese che alla mezz’ora è sotto di 23 punti, 73-50.

 

IL FINALE – Il seminato del terzo periodo dà però frutto nel quarto conclusivo. Varese difende meglio, è più concreta in attacco, rimette (quasi) in equilibrio anche la bilancia dei rimbalzi. Con Jefferson c’è pure Callahan che non trovando gloria da fuori, va a far legna – e canestri – in area. Maynor continua la sua buona prova e in retroguardia Caja costringe spesso Milano a tiri brutti o addirittura oltre il 24”. Sul -11 però Maynor e Casella sbagliano due volte dall’arco, Eyenga commette un fallo in attacco e così quando Samuels da sotto infila un rarissimo canestro Milano può finalmente trovare sollievo. Finisce 79-69, il risultato è giusto e il divario c’è tutto; Varese però non esce travolta e forse ha trovato qualche soluzione in più da usare nelle settimane che verranno.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Marzo 2015
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