80.000 stranieri in 15 anni: Varese modello di integrazione

I dati forniti dall'Osservatorio regionale per l'Integrazione e la multietnicità evidenziano le capacità del territorio di accogliere gli stranieri. Ma gli arrivi sono in netto calo

Cittadino dell’Est Europa, con un lavoro fisso e una casa in affitto o di proprietà. L’identikit dello straniero che vive in provincia di Varese evidenzia una buona integrazione nella società.

Pur essendo la quarta provincia lombarda per numero di immigrati, Varese ne conta poco meno di 80.000, un numero che è quadruplicato da inizio secolo grazie soprattutto agli arrivi dei primi anni, mentre il trend si è interrotto a partire dal 2009 quando è cominciata la crisi. Così è diminuita la percentuale di irregolari presenti: nel 2013 erano 6000 scesi a 5000 a metà dell’anno scorso.

La fotografia contenuta nel tredicesimo rapporto sull’immigrazione straniera redatta dall’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità mostra un tessuto sociale in continua evoluzione: rispetto a 15 anni fa, oggi la componente maggioritaria è rappresentata da immigrati dell’Est Europa, innanzitutto Albania ( 14.000 presenze) Romania (10.000 presenze) e Ucraina con 5 mila cittadini.  Rimane alto solo il numero di stranieri provenienti dal Marocco ( 11.000).

Negli ultimi 5 anni, però, complice anche la crisi economica, si è cominciato ad assistere a un fenomeno inverso: stranieri che lasciano il territorio per cercare opportunità in altri stati oppure nel paese d’origina: « Nel 1981 – ha commentato il professor  Gian Carlo Blangiardo docente dell’Università della Bicocca –   si registrava la stessa popolazione che abbiamo oggi, nonostante l’arrivo di 80.000 stranieri. Un dato che spiega come, solo grazie agli stranieri, ci sia una crescita demografica. La crisi, però, ha bloccato questa ondata che, comunque, non sarà eterna perché gli stessi paesi da dove partono questi cittadini si troveranno ben presto ad affrontare un’emergenza demografica. A quel punto, si può ipotizzare che gli arrivi dall’Est Europa saranno sostituiti dagli immigrati dei territori sub Sahariani dove l’indice di crescita si dovrebbe mantenere elevato anche nel prossimo decennio».

Studi come quello presentato oggi a Villa Recalcati, alla presenza del Presidente della Provincia Gunnar Vincenzi, del Prefetto Giorgio Zanzi e del dirigente dell’Ufficio scolastico Claudio Merletti, servono, infatti, a definire politiche migratorie e di promozione dell’integrazione sociale per le amministrazioni. convegno stranieri

Al di là delle previsioni, oggi si può dire che il varesotto è stato capace di accogliere al suo interno 80.000 residenti in più senza disagi o scossoni: gli occupati regolari sono il 42% mentre i disoccupati sono tornati al picco del 12% nel 2013, dopo anni di ottime opportunità con una percentuale di disoccupazione del 3% nel 2006. Quattro stranieri su 5 vivono in abitazioni private con la propria famiglia: ancora diffuso è l’affitto ma si registra in provincia il più alto tasso di proprietari immobiliari della Lombardia con il 33%.

Chi oggi vive in provincia di Varese è soprattutto un immigrato della prima ora, residente o stanziale da almeno dieci anni ( 50%). E ciò si riflette anche sulle presenze a scuola dove si assiste ormai da qualche anno al sorpasso degli stranieri di seconda generazione su quelli arrivati direttamente in Italia.

I molti dati raccolti nell’indagine fatta in 17 comuni del territorio, coinvolgendo 350 persone sopra i 15 anni, parlano di una provincia che si colloca sopra la media regionale quanto a indice di integrazione totale. Negli ultimi anni è solo avvenuto un cambiamento dell’identikit dello straniero: le donne sono la maggioranza (52%) con un’età media tra i 32 e i 38 anni, di religione prevalentemente cristiano ortodossa

Nel suo saluto iniziale, il Presidente Vincenzi ha voluto ricordare l’emergenza che oggi l’Italia si trova ad affrontare: « Nessuno si chiami fuori o strumentalizzi questa tragedia per fini politici. Tutti dobbiamo fare la nostra parte»

Il Prefetto Zanzi ha assicurato il massimo impegno sul territorio per gestire l’accoglienza mentre il dirigente scolastico Merletti ha ribadito il ruolo prioritario della scuola come luogo di integrazione are armonizzazione delle diversità

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Aprile 2015
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