Al processo alla suora vanno in scena le “malelingue” dell’oratorio

Sentiti i testi della difesa di Mariangela Farè, imputata per stalking e abusi sessuali nei confronti di Eva Sacocnago. Nell'ambiente si vociferava di rapporti sessuali della giovane con un prete

suora busto

Al processo contro l’ex-suora Mariangela Farè, imputata per abusi sessuali e stalking nei confronti di Eva Sacconago sono andate in scena le malelingue che alcuni oratoriani di Sant’Edoardo non hanno esitato a mettere in azione, anche la sera in cui Eva decise di farla finita impiccandosi nella sua abitazione la notte tra il 21 e il 22 giugno del 2011.

Sono stati i testi dei difensori Fabrizio Busignani e Raffaella Servidio a descrivere il clima in cui viveva e operava la giovane oratoriana. Mentre lei dava tutta se stessa nell’organizzazione degli spettacoli e dei momenti ludici dell’oratorio, c’era chi l’avrebbe spiata sotto casa, chi l’accusava in sua assenza di avere una relazione sessuale con il coadiutore dell’oratorio.

In particolare sono due i testi che ne parlano: una è una suora che lavorava nell’oratorio e che ha raccontato di una riunione infuocata prima di uno spettacolo, alla quale Eva non aveva preso parte, proprio la sera del 21 giugno 2011: «Un ragazzo accusò esplicitamente don Alessandro di andare a letto con Eva – ha raccontato la religiosa – era una voce che girava da tempo».

Il rapporto di collaborazione e affetto tra Eva e il prete è stato più volte sviscerato in questo processo, prova ne sono anche le numerose lettere che i due si scrivevano a mezzo fax e che sono agli atti del processo, ma da nessuna parte si parla di una relazione sessuale con il religioso mentre vi sono racconti e anche un video che provano i rapporti con la suora.

L’altro teste che ha parlato di quel clima è Paolo Scandroglio, accusato da Eva di spiarla. Scandroglio ha negato di essersi mai appostato sotto casa della ragazza ma è caduto in numerose contraddizioni, durante la sua testimonianza, sollevando parecchi dubbi sull’autenticità del suo racconto. Sapeva delle malelingue ma dice di non aver preso parte a quel chiacchiericcio eppure sono molti i testi che lo indicano come l’uomo che si appostava sotto casa di Eva ed è lui stesso ad ammettere che almeno in un’occasione era passato sotto la casa di Eva, con un’amica.

A tratteggiare la personalità di Eva in maniera molto nitida  è Cristina Bevilacqua, catechista di Eva e con lei frequentatrice assidua della struttura parrocchiale: «Lei definiva suor Mariangela la sua madre spirituale e anche la suora descriveva Eva come una figlia spirituale ma quello che più mi colpì tra le tante cose che mi disse Eva fu quando a Pasqua del 2011 mi rappresentò la sua stanchezza e la sua inquietudine perchè non si sentiva in grado di trovare la sua strada».

Eva – racconta Cristina Bevilacqua – era una personalità solare e contestatrice nei confronti delle figure adulte, a partire dai suoi genitori ma anche nei confronti del parroco, ad esempio. Tuttavia mostrava la sua fragilità come nelle frasi relative a quello sfogo avvenuto pochi mesi prima della sua morte.

Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Renata Peragallo, dovrà capire quanto il ruolo della suora (iniziato quando lei era ancora un’adolescente) sia esondato oltre la guida spirituale, diventando qualcos’altro. Un rapporto morboso con risvolti sessuali contro la volontà della ragazza? Oppure una relazione che da amicale e spirituale è andata oltre con il completo assenso di tutte e due le parti? Serviranno ancora altre udienze per capirlo, compresa una nuova perizia su tutto il materiale informatico sequestrato che ha trovato il consenso di tutte le parti in causa.

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Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Luglio 2015
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