Riforma della Sanità: i sindacati bocciano il testo

Cgil, Cisl e Uil denunciano ampie differenze tra il libro bianco presentato ai sindacati e gli articoli che inizieranno l'iter consiliare e chiedono di riprendere il confronto

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«La riforma della sanità lombarda è il frutto di un compromesso al ribasso. Il testo che va in aula domani, martedì 14 luglio, è il risultato di una confusa e continua ricerca di mediazione tra i gruppi di maggioranza. Il confronto con i sindacati è avvenuto su un testo diverso da quello che andrà in discussione in Consiglio regionale». E’ quanto denunciano Cgil, Cisl e Uil Lombardia, alla vigilia del debutto in aula del disegno di legge di riforma della sanità lombarda.

«Il Libro Bianco aveva promesso discontinuità rispetto al passato su una serie di aspetti; noi pensiamo che, per garantire appropriatezza ed efficacia ed evitare gli scandali che hanno interessato la sanità, sia necessario garantire trasparenza e pieno rispetto della legalità nella governance e nella gestione del sistema a tutti i livelli, oltre a nuove regole su accreditamenti, controlli, verifiche e rapporto con gli erogatori».

Nel merito, Cgil Cisl Uil della Lombardia avanzano in particolare tre critiche e altrettante richieste, illustrate dai tre segretari generali Elena Lattuada, Osvaldo Domaneschi, Danilo Margaritella.

1. DOV’E’ IL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI TERRITORIALI?
La riforma Maroni non doveva valorizzare il territorio?
L’obiettivo centrale della riforma doveva essere il rafforzamento dei servizi territoriali.

In realtà il disegno di legge regionale va in direzione opposta: allarga gli ambiti territoriali e annulla la presenza dei distretti sul territorio, a discapito del servizio per il cittadino. Viene così messa in discussione la possibilità di trovare in modo chiaro ed efficiente una risposta ai bisogni sociosanitari. Secondo noi vanno chiaramente esplicitati i servizi che, con la nuova riforma, il cittadino troverà sul territorio in luoghi che devono essere chiaramente identificabili, facilmente accessibili e percepiti come affidabili. Parliamo di servizi per prevenzione ed educazione sanitaria, maternità e infanzia, anziani, disabili, salute mentale ecc.

Il cittadino deve essere aiutato a trovare la risposta appropriata al suo bisogno, in particolare le persone fragili devono trovare una risposta attraverso un processo di presa in carico e continuità assistenziale che deve essere garantito dal pubblico.

Inoltre l’abolizione dei distretti indebolisce la prospettiva di integrazione con i servizi sociali dei comuni e fa venir meno il rapporto con le rappresentanze sociali e gli enti locali sul territorio.

2. NESSUNA RISPOSTA SULLA RIDUZIONE DI RETTE E TICKET

L’invecchiamento della popolazione, l’incremento delle malattie croniche, la presenza di diverse patologie contemporaneamente comportano un aumento del bisogno di cura e di presa in carico degli anziani non autosufficienti (oltre 350mila in Lombardia). Questo bisogno di cura richiede alle famiglie grande impegno e sforzo, ma richiama anche la responsabilità del sistema sanitario, sociosanitario e sociale della Lombardia. La complessità del bisogno ha prodotto un aumento progressivo delle rette a carico dell’anziano e della famiglia. In Lombardia il costo della retta in Rsa è mediamente di 70 euro al giorno (oltre 2.000 euro al mese).

Cgil Cisl Uil chiedono che la riforma del sistema sanitario si accompagni ad un aumento della quota a carico del Fondo sanitario regionale del costo sanitario della degenza in Rsa, per consentire una riduzione delle rette a carico delle famiglie lombarde, rette che sono oggi a livelli insostenibili.

Cgil Cisl Uil chiedono di trasferire le risorse della Regione a favore di chi fa più fatica a rispondere ai bisogni di salute. Dalla politica delle parole bisogna passare ai fatti. Cgil Cisl Uil Lombardia si oppongono alla revisione del ticket subordinata all’aumento del gettito fiscale, come previsto dal disegno di legge regionale. E’ inaccettabile rivedere la compartecipazione alla spesa sanitaria attraverso un aumento delle tasse per i cittadini lombardi. L’abolizione del superticket deve essere decisa e attuata con assoluta urgenza. Entro la fine di luglio è previsto l’assestamento di bilancio: o si trovano in quest’occasione le risorse necessarie per abolire il superticket o per quest’anno non se ne fa nulla. I 30 milioni di euro decantati dall’assessore Mantovani sono assolutamente insufficienti a fronte di 140 milioni di euro che effettivamente servirebbero per abolire il superticket!

3. VALORIZZARE IL PERSONALE ATTRAVERSO LA CONTRATTAZIONE

Il riordino del servizio sanitario regionale deve rappresentare l’occasione per valorizzare, attraverso il coinvolgimento degli operatori e la contrattazione, l’impegno e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nel servizio sanitario, che in questi anni hanno concorso ad assicurare gli elevati livelli di eccellenza che caratterizzano la sanità lombarda.

Non si realizza l’integrazione del sistema sanitario, socio sanitario e sociale se non si garantisce anche l’effettiva integrazione tra operatori e professionisti, oggi con trattamenti e condizioni di lavoro troppo diversificati.

Non si garantiscono i servizi subordinando la stabilizzazione dei lavoratori precari e la sostituzione di quelli cessati a disponibilità economiche che si vogliono ridurre.

Per tutti questi motivi Cgil Cisl Uil ritengono indispensabile che la Regione riapra il tavolo di confronto per apportare le necessarie modifiche al testo di riforma e chiedono l’immediata convocazione da parte del Presidente della Regione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Luglio 2015
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