Scioglimento del consiglio comunale di Cuasso: le parole dell’assessore
Lo scioglimento del comune di Cuasso al Monte per dimissione contemporanea della metà più uno dei consiglieri è stato un brutto colpo per il paese, a un anno dalle elezioni. Oltre ai 4 consiglieri della minoranza, a dimettersi sono stati due consiglieri comunali di maggioranza che avevano già fatto una scelta diversa dopo le elezioni, e un aseessore in carica, Simone Pedoja.
Ora, l’assessore esce allo scoperto con una lerttera aperta ai suoi concittadini, che ospitiamo qui sotto.
A tutti i Cuassesi,
che in questi giorni sono stati travolti da un vortice politico tanto profondo quanto inaspettato, voglio dire chiaro e forte che la mia è stata una decisione totalmente autonoma, sincera ed in linea con il mio stato d’animo degli ultimi mesi, una decisione che viene da lontano, una sofferenza che nell’ultimo periodo aveva raggiunto proporzioni tali da non permettermi più di svolgere il mio compito con la giusta serenità.
Le ragioni che mi hanno spinto alle dimissioni sono infatti legate indissolubilmente alla divergenza, soprattutto di metodologia e di attuazione delle direttive, che separa me dal resto della Giunta. Quale volontario di associazioni locali sono abituato infatti ad agire in modo rapido e concreto, aspetti decisamente agli antipodi rispetto alla realtà pubblica come quella di un ente comunale, dove le lungaggini burocratiche la fanno da padrone. Tale motivazione però non mette in secondo piano il rispetto verso i compagni di lista, dei quali devo sottolineare gli aspetti di liceità, impegno e determinazione nel buttarsi a capofitto in una impresa non certo facile ma per contro sicuramente usurante e rischiosa.
Sarebbe facile associare quindi la mia scelta a pressioni esterne – dico questo dopo aver letto le prime dichiarazioni fatte dai politici di Cuasso sia a livello locale che sulla stampa e sui media varesini – ma ribadisco che il mio è stato un gesto autonomo, pensato e pesato a lungo, e del quale ho comunque informato per iscritto e in anticipo Sindaco e Giunta, e che voleva, poteva e doveva essere un’azione personale, una “sostituzione” in favore del primo dei colleghi “in panchina” della lista di maggioranza. Certo – mi dico – devo aver sbagliato qualcosa nel modo e nei tempi di esecuzione prestando il fianco ad una azione, seppur lecita, portata avanti dalla minoranza.
Ma per amore di verità voglio anche dire che il mio malessere c’era, era autentico, ed era cresciuto coi mesi: più conoscevo, imparavo e verificavo di persona di quanta fatica e di quanto impegno c’era bisogno e di quanto poco si poteva realisticamente realizzare avendo una situazione finanziaria non certo rosea, più dentro di me qualcosa/qualcuno si ribellava; noi eravamo stati eletti per rendere migliore il paese, non per chiudere gli ambulatori o per tagliare i fondi, perfino alle associazioni operanti sul territorio, noi avevamo promesso di mettere ordine per abbassare le tasse non di aumentarle, noi volevamo la trasparenza eppure mi rendevo conto che, nonostante gli sforzi per la comunicazione e le energie profuse sia col sito virtuale sia con la presenza fisica molto reale, il messaggio non passava e che la gente si domandava sempre di più cosa stavamo facendo.
Questo immobilismo più o meno forzato e dettato dalla carenza di fondi, non mi si confaceva più perchè sono tutt’ora convito di dover rispettare gli impegni presi con i cittadini e credo fermamente che la mancanza di fondi non possa e non debba bloccare l’operato dell’ente.
La realtà dei fatti è che le pressioni arrivavano per lo più dall’interno, ogni proposta fatta, ogni progetto presentato, veniva considerato non prioritario o comunque non aveva un seguito concreto, difficile per me andare avanti 5 anni con questi presupposti. Certamente le priorità di un piccolo comune non sono legate solo all’ambiente, allo sport o al turismo (deleghe in capo al sottoscritto) ma ritengo altrettanto vero che il buon funzionamento di un comune sia dovuto al perfetto mix di tutte le variabili in gioco, anche quelle apparentemente meno importanti, puntando ad una valorizzazione soprattutto del capitale umano, aspetto nel quale l’Amministrazione uscente è stata purtroppo carente.
Rifarei tutto? Assolutamente no!
Il mio comune è commissariato e non ha ancora risolto i suoi problemi. Questo non significa rinnegare quanto fatto ma piuttosto ammettere le mie mancanze nel convincere la compagine a concentrarsi sui problemi reali e più urgenti del paese tralasciando gli aspetti legati alla sfera personale.
Con la certezza di aver sempre operato in onestà e per il bene comune e con Cuasso nel cuore.
Cordiali saluti
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