Scuole lombarde a rischio caos: il Tar annulla ancora il concorso presidi
Il 29 giugno scorso, il giudice amministrativo ha accolto il ricorso dei 96 esclusi dalla seconda correzione delle prove sostenute nel 2011

A un anno esatto dalla nomina a dirigenti, i vincitori del concorso del 2011 ripiombano nel baratro. Il 29 giugno scorso, il Tar ha accolto la richiesta di annullamento del concorso avanzata dai “96 esclusi”. Si tratta di concorrenti che avevano superato la prova alla prima correzione, poi annullata e rifatta a causa della trasparenza delle buste che non aveva garantito l’anonimato previsto.
Ore i 500 neo presidi temono che si riaprano i giochi e si spariglino nuovamente le carte.
Sul piede di guerra sia i sindacati come la Cgil sia l’associazione di rappresentanza specifica dei presidi ANP.
Tutti invitano alla calma in un momento di stallo in cui si attende di conoscere come reagirà il Ministero e l‘Ufficio scolasticio lombardo, dove il pasticcio si è verificato.
L’ipotesi che si proceda a una terza correzione è alquanto irreale perché ormai quegli elaborati tutto possono essere tranne che anonimi. Si spera in un ricorso al Consiglio di Stato con ottenimento della sospensiva del giudizio del Tar, oppure ci si augura che la Riforma della Scuola venga approvata e contenga in sé i presupposti per risolvere definitivamente una situazione incredibile.
Fino a nuova precisa indicazione, i nuovi dirigenti rimangono pienamente autorevoli e ogni loro atto ha validità come aveva previsto l’allora Ministro Carrozza per decreto.
È chiaro che qualsiasi scelta che vada contro l’attuale organizzazione rischia di far implodere il sistema scolastico lombardo con 500 scuole che si troverebbero all’improvviso senza dirigente e, dato i tagli ministeriali, anche senza vicepreside con esonero.
I neo dirigenti sono in fibrillazione: il tam tam è partito anche per una raccolta di adesioni a un eventuale procedimento giudiziario. Mal che vada tutti chiederanno i danni.
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