Il centro parco è pronto, ma manca un gestore

Il Parco del Ticino aveva avviato il progetto anni fa, in estate sono stati terminati gli interventi, ma il bando per l'affidamento è andato deserto. Eppure è una struttura ampia e di grandi possibilità

parco del ticino monte diviso centro parco

Là dove c’era una piccola cascina con fienile, ora c’è una struttura ampia e confortevole, rimesso (fin troppo) a nuovo, persino con parcheggi. Al posto della strada dissestata e piena di buche, c’è una salita dal fondo in terra battuta perfettamente liscia, con tanto di canaline di scolo e recinzioni in legno che pare Alto Adige. Peccato che il centro del Parco del Ticino in cima al Monte Diviso rischi di rimanere deserto: il bando per la ricerca di un gestore, aperto nell’inverno scorso, è andato sostanzialemente deserto e ancora l’ente Parco è alla ricerca di chi gestisca la struttura.

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Facciamo un passo indietro, per ricordarele origini: il Monte Diviso è un colle boscoso sopra il quartiere di Cajello, periferia Nord di Gallarate. È un punto interessante per accedere alla rete di sentieri che collegano le colline, l’area dei fontanili e la valle del Ticino. Ed è per questo che l’ente Parco, insieme al Comune allora guidato dall’amministrazione Mucci, avvia il progetto per acquisire i terreni e i pochi edifici (una sola piccola cascina) in cima alla collina: si comincia a parlarne nel 2005, nel 2011 è tra successi vantati dall’amministrazione comunale uscente (la proprietà è ancora comunale, ma affidata in comodato al Parco per 99 anni), nel 2013 il Parco avvia per davvero il cantiere.

Fin qui, le tappe che avevamo già raccontato alla fine dell’inverno scorso. Allora, a marzo, il bando era stato appena chiuso: c’era un solo gestore che si proponeva, nei mesi successi  erano in corso “approfondimenti”. E oggi, a distanza di mesi? «I lavori strutturali sono quasi completati, sia sulla strada che sulle strutture», conferma l’avvocato Beatrice Bassi, consigliere di gestione del Parco che si è occupata del progetto. Un sopralluogo veloce conferma che i lavori sono – a prima vista – completati: la strada in particolare, con i suoi 5 tornanti sterrati, si presenta come nuova, dopo i lavori su progetto Nord Milano Consult. Liscia come un biliardo e modificata (terrazzamenti sulle curve, canaline) per smaltire le acque.

E il gestore? Appunto, è ancora qui il problema: «Il gestore che era stato scelto alla fine non ha proseguito», spiega Bassi, anche perchè gli altri finanziatori che si presentavano in associazione d’impresa «si sono tirati indietro». Trattandosi dell’unica candidatura a gestire il luogo, questo «incidente di percorso» ha di fatto fermato tutto, a fine estate. E ora? «Ora si procede a trattativa privata, stiamo cercando una realtà che sia disposta a farsi carico della gestione della struttura», dice ancora Bassi. Chi si candida a gestire, dovrà farsi carico degli arredi interni e di presentare la documentazione Scia per avviare l’attività.

Sia chiaro: non stiamo parlando della Valle del Ticino, ma di una zona ai margini della città. Però la struttura è indubbiamente interessante, per disponibilità di spazi, parcheggi, posizione (che può essere un vantaggio) relativamente isolata: il progetto del Parco prevede qui la funzione di centro parco in senso stretto («quella che più ci sta a cuore, d’informazione sul parco e la rete di percorsi»), ma anche un ostello polivalente (8 camere, indicativamente) e un punto ristoro. Insomma: funzioni che offrono anche una certa flessibilità, a chi volesse provarci e investire.

Che orizzonte temporale ci si dà per far funzionare il centro parco? Il Parco del Ticino, passando alla trattativa privata, di fatto non ha più fissato un limite temporale, non almeno dal punto di vista legale. La consigliera di gestione Beatrice Bassi dice che «il desiderio di questa gestione è di poter avviare la struttura entro la fine del nostro mandato»: «Abbiamo compiuto un’opera importante, sarebbe un peccato che non venisse utilizzata nel modo migliore». Anche perchè, di certo, qui di soldi il Parco ne ha investiti molti.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 29 Settembre 2015
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