Il Teatro Zattera torna a Skutari: l’arrivo

Il ritorno di Martin Stigol del Teatro Zattera nei campi Rom in Albania per svolgere l'attività di teatro con i bambini

Da Varese a Skutari, nei campi rom per fare teatro  (inserita in galleria)

Ero certo di poter fare per una seconda volta un viaggio in Albania, perché la prima era stata incredibilmente bella, grazie all’impegno di tanti collaboratori e volontari dell’associazione Ipsia di Scutari e del Festival Teatri del Mondo di Porto Sant’Elpidio.

Sono arrivato domenica, e subito fuori dall’aeroporto c’era Marco, cameriere del nuovo ostello aperto da poco nel centro di Skutari, e che lavora nel progetto dell’associazione Ipsia. L’”Ostel Arka” (così si chiama il nuovo ostello), secondo il racconto di Marco e Arta, responsabili della gestione, serve a creare un contenitore culturale aperto, che accoglie e fa emergere diversi progetti culturali, sociali, lavorativi. L’ostello è un progetto finanziato con contributi europei, della Regione Autonoma Friuli Venezia e Giulia e da una associazione austriaca. In poche parole, il progetto vuole creare una rete tra i giovani di Skutari e il mondo, perché, come mi racconta Arta, non ha confine, tra i giovani, il desiderio di cambiare il volto di questa città e in qualche modo di questo paese, dove la gentilezza di chi vi abita non ti abbandona neanche per un secondo.

Ma la sorpresa più grande, dopo mesi di progetti, riunioni, permessi Siae, e agibilità è stata tornare nei campi e vedere di nuovo i volti dei nostri amici dell’anno scorso, che con sorrisi e urla hanno festeggiato il nostro ritorno. Sono entrato nel campo con un sorriso sulle labbra e suonando la mia fisarmonica; ho ritrovato un mio “compagno” di avventure che, accogliendomi con il suono della sua armonica a bocca, mi stava aspettando per aprirmi le porte e fare di tutto per improvvisare il nostro teatro che non è altro che un pretesto semplice per rubare un sorriso e catturare la poesia del vivere che si nasconde sotto le coperte della sorpresa.

Ho provato una forte emozione quando ho ritrovato Soni, Berti, Andrea, Mario, Erguito, Samed che hanno accolto senza esitazioni la seconda iscrizione al corso di teatro incentivo, sempre nella cornice del villaggio della Pace, con suor Franca che accoglie i partecipanti con la sua espressione serena e una panino alla marmellata.

Le famiglie Rom vivono in quattro campi (Zuktha, Dubbai,Passar, Pote di Bunna) dislocati per la città, intorno al fiume, ed alcuni bambini non verranno al laboratorio perché devono andare a scuola: sono quelli di cinque, sei e sette anni, e soprattutto i maschi, perché le bambine girano per la città chiedendo l’elemosina.

A loro non si può chiedere tanto, queste sono le attività prioritarie che i bambini devono svolgere, ma i grandi capiscono anche che i bambini devono divertirsi, come in Italia, partecipando ad attività alternative allo studio come, appunto, il teatro. A guidare la piccola compagnia itinerante, che farà circa venti spettacoli fra Skutari e Kosovo in queste due settimane, è l’instancabile capo comico Marco Renzi, regista, drammaturgo e attore della compagnia italiana Eventi Culturali, che già dall’anno scorso condivide il progetto con Bari, Formia, San Benedetto e Varese.

Eccomi dunque all’inizio di questa avventura, che cercherò di vivere con la stessa energia e lo stesso stupore di questi bambini che aspettano trepidanti di immergersi nel loro sogno, quel sogno che il teatro sa realizzare in modo splendido.

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Pubblicato il 24 Settembre 2015
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