Salvatore Ferla rientra in aeroporto

L'operaio allontanato per aver insultato le addette mensa, il licenziamento era una misura eccessiva, è stato reintagrato con due pronunciamenti. Ma è ancora scontro con l'azienda

salvatore ferla malpensa

Rientra al lavoro l’operaio di Malpensa Salvatore Ferla: licenziato a seguito di un diverbio e uno scontro verbale avvenuto nella mensa aziendale, è stato lontano dal lavoro otto mesi, fino all’ultimo pronunciamento del giudice del lavoro, che ha imposto il rientro in aeroporto. «Dopo otto mesi di assenza, il sindacalista è rientrato in reparto con grande emozione e tante strette di mano da parte dei colleghi» spiega il comunicato dell’AdL, il sindacato di base in cui milita Ferla.

«Giustizia è stata fatta» ha detto Ferla, che è stato reintegrato dopo due diversi giudizi (il primo grado e un pronunciamento sul ricorso di Sea): il giudice del lavoro, pur rinoscendo la fondatezza dell’episodio alla base del provvedimento discilpinare, aveva dichiarato sostanzialmente detto che il licenziamento era sanzione troppo dura e non prevista dal contratto.

Lo scontro tra l’azienda, il lavoratore Ferla e il sindacato ADL non finisce però qui. L’azienda ha infatti già dichiarato di voler resistere in appello, una scelta che AdL considera «un mezzo per attaccare il sindacalista/lavoratore […] e sottomettere definitivamente i lavoratori alle proprie volontà». Il sindacato di base accusa anche i vertici aziendali dicendo che il ricorso «comporterà ulteriore danno erariale all’azienda e alla proprietà», che è in gran parte pubblica (Comune di Milano ma anche, indirettamente, Fondo F2i, parte del gruppo Cassa Depositi e Prestiti).

Sea dal canto suo non accetta però di fare passi indietro, dicendo – sostanzialmente – che nessuna azienda potrebbe tollerare il comportamento di un dipendente che, sul luogo di lavoro e di fronte a testimoni, apostrofi come prostitute le proprie colleghe (il riferimento è alla sentenza, in cui si dice:“pare potersi concludere che effettivamente il ricorrente abbia paragonato le dipendenti della Società SERIST a “puttane” incapaci di alzare la testa nei confronti dei loro protettori”). Ed è da questo punto di partenza che Sea ribadisce ancora il dovere di proseguire nei diversi gradi di appello. «Anche se il lavoratore si è dato un ruolo – dice oggi l’azienda con una nota – che, a differenza di altri lavoratori, gli dà accesso ai media e a vari livelli delle istituzioni politiche per cercare di tutelare la propria persona. Le regole sono uguali per tutti. Salvatore Ferla non ha nulla da temere qualora le istituzioni normalmente chiamate a risolvere le controversie fra lavoratori e aziende gli diano ragione». Il riferimento è anche alle diverse iniziative e interrogazioni parlamentari e in consiglio comunale  dei Comuni soci, portate avanti dal Movimento 5 Stelle e da altre forze politiche locali (Manifattura Cittadina, a Busto).

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 30 Ottobre 2015
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Scommettiamo che se domani vado in ufficio e dò della “puttana” ad una mia collega il lavoro non me lo ridanno?
    Del resto non mi stupisco più di questi comportamenti dall’aeroporto che ha reintegrato chi rubava dalle valigie dei viaggiatori.

  2. Avatar
    Scritto da Gelo

    Caro signor Felice, se avesse letto l’articolo si sarebbe accorto che l’aeroporto non ha VOLUTO, ma ha DOVUTO reintegrare i dipendenti dopo i pronunciamenti dei magistrati,

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