Sparò ai carabinieri in caserma, Marchese infermo di mente
Chiuse le indagini sulla sparatoria in caserma in cui rimasero feriti tre militari. Salvatore Marchese è stato dichiarato incapace di intendere e di volere e potrebbe essere non imputabile
Salvatore Marchese, l’uomo che il 3 marzo scorso ha sparato a tre carabinieri in caserma a Gallarate, non è in grado di intendere e di volere. Il sostituto procuratore Maria Cardellicchio ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per il pregiudicato 30enne che in una notte di follia prima chiese di farsi arrestare e poi si impossessò di un’arma trovata all’interno di un ufficio, sparando 12 colpi contro i carabinieri presenti in quel momento e ferendone tre in maniera seria.
Sarà il giudice per l’udienza preliminare a decidere cosa fare sulla base della perizia che stabilisce la sua infermità, se sarà giudicata totale non sarà imputabile. Nessuno dei tre militari è stato indagato in seguito a quell’evento. Marchese, difeso dall’avvocato Davide Toscani, è attualmente recluso nel carcere di San Vittore dove era stato trasferito dopo aver tentato il suicidio e picchiato alcuni agenti di sorveglianza nel carcere di Busto Arsizio, qualche settimana dopo quella notte.
Il magistrato aveva chiesto il trasferimento in un R.E.M.S. (nuovo acronimo dato agli ex-ospedali psichiatrici giudiziari che sta per residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza) ma una condanna per fatti precedenti, a 2 anni di reclusione, ha bloccato il trasferimento. Marchese, infatti, ha a suo carico numerosi precedenti penali tra i quali il tentato omicidio di un rivale in amore al quale sparò al ginocchio.
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