A quattro mesi dal colpo, i rapinatori finiscono in manette
La lunga indagine dei carabinieri ha consentito di raccogliere prove sull'assalto all'ufficio postale di via Dolci a Somma
A quattro mesi dalla rapina all’ufficio postale di Somma Lombardo, i due malviventi finiscono in manette. Nella giornata di venerdì 11 dicembre, i Carabinieri della Compagnia di Gallarate hanno arrestato per quel fatto due persone Antonino Bartolotta e Rosario Guzzetta, rispettivamente 39enne e 47enne, pregiudicati, entrambi catanesi di origine.
A far scattare l’operazione le ordinanze di Custodia Cautelare emesse dal Gip di Busto Arsizio su richiesta del P.M. dott. Rossato, sulla base degli elementi raccolti dai carabinieri. Le indagini sono state condotte dai militari della Stazione di Somma Lombardo.
La rapina risale ad agosto, all’ufficio postale di via Dolci. I due malviventi erano entrati a volto coperto e armati di una pistola (successivamente risultata giocattolo, priva del tappo rosso): a suon di insulti e spintoni si erano fatti consegnare dagli impiegati l’incasso presente, 10mila euro. Poco prima dell’azione era giunto il furgone portavalori ed i clienti all’interno erano numerosi poiché giorno di pagamento delle pensioni. I due arrestati avevano effettuato il sopralluogo nella stessa mattinata della rapina.
Le verifiche investigative svolte dai militari hanno permesso, in primis, di recuperare l’arma giocattolo di cui i malviventi si erano serviti ed immediatamente disfatti dopo la consumazione del reato e successivamente di ricostruire, attraverso il monitoraggio di alcune telecamere di zona ed a quelle presenti all’interno della posta tutti i movimenti precedenti e successivi delle autovetture utilizzate ed a loro intestate: dal luogo in cui erano state lasciate, al di la del sottopasso ferroviario distante diversi metri dall’obbiettivo, al tragitto percorso a piedi dai due sino all’ufficio postale. La descrizione del volto e dell’abbigliamento dei delinquenti rese dai dipendenti e da coloro che li hanno incrociati durante la fuga hanno infine permesso ai militari la ricostruzione dell’intera dinamica dei fatti. In particolare si è accertato che la conoscenza dell’obbiettivo fosse in particolar modo nota Guzzetta, che è residente da diversi anni a Besnate.
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