La paura del cancro si supera con la danza

Si definiscono "percorsi di umanizzazione" dove l'ospedale promuove esperienze per curare l'ansia della malattia. Al Circolo, è la danza terapia la ricetta per sconfiggere il terrore del tumore

Tornare in ospedale per ritrovare la leggerezza e la serenità. Sembra impossibile, ma, in una stanza del vecchio padiglione centrale dell’ospedale di Circolo di Varese, un gruppetto di donne si ritrova ormai da due anni per danzare. Ballano e si rilassano, girano e si rigenerano, ancheggiano per rincontrare  se stesse.

Hanno tutte condiviso l’esperienza di un tumore al seno, quel nemico invisibile che si insinua nel corpo e che porta con sé il malefico tarlo della paura. Un timore che rimane , nelle pieghe dell’anima, anche quando il nodulo è sparito, la battaglia è vinta, la chirurgia ha centrato l’obiettivo.

Ed è per liberarsi di quel tarlo insidioso e insistente che hanno deciso di accettare l’offerta del loro reparto, quella stessa senologia che prima le ha prese in carico e accompagnate nel momento della malattia e ora non le abbandona nella personale battaglia contro l’ansia.

Nell’equipe della professoressa Francesca Rovera, responsabile della senologia varesina sotto la guida del primario di Chirurgia 2 Eugenio Cocozza, si percorrono tutte le strade per accompagnare la donna a riconquistare il suo equilibrio. Medicina e terapia ma anche psicologia e, non ultima, la ”danza terapia”.

Un lavoro sul corpo mutilato per riscoprire la propria femminilità è sembrata la risposta migliore da dare in uno spazio temporale dove il terrore della recidiva toglie il respiro. Così, approfittando della presenza in ospedale di un’istruttrice, ha avuto inizio il primo corso, che poi è stato replicato e di nuovo avviato. Gruppi più o meno omogenei di donne coinvolte nella riscoperta dell’amore di sé. Giorno dopo giorno, seduta dopo seduta, volteggio dopo volteggio si sono liberate dell’armatura che avevano indossato per affrontare il loro cancro.

danzaterapia

Barbara, Daniela, Emanuela, Patrizia, Euridice, Silvana, Katia, Aurella, Monica, Silvia ci sono arrivate per caso, affidandosi alla dottoressa Linda Bascialla che coordina il progetto: hanno un giorno varcato la porta di quella stanzetta e hanno conosciuto l’infermiera Ines Rita Domenichini esperta di danza come strumento terapeutico della psiche, al suo terzo gruppo di danza. Erano state individuate dall’equipe di senologia perché  particolarmente abbattute dall’esperienza del cancro e, senza antidepressivi vietati a causa della terapia antitumorale, avevano poche speranze di uscire dal tunnel.

Hanno scoperto la bellezza dell’armonia, si sono lasciate ispirare dalle emozioni. Quel terzo corso ha raggiunto un’alchimia tale che dalla semplice lezione è nata un’associazione “C’est la vie qui danse” che ora lega ancora più saldamente Barbara, Daniela, Emanuela, Patrizia, Euridice, Silvana, Katia, Aurella, Monica, Silvia. Un legame nato dall’amicizia e dalla complicità profonde che oggi le rende forti e consapevoli del valore del proprio messaggio: i due spettacoli che presentano in ospedali o in eventi di solidarietà parlano al cuore degli spettatori per raccontare il viaggio attraverso il tumore da cui si può uscire anche più forti di prima.

In gergo tecnico, esperienze come questa rientrano tra i percorsi di umanizzazione: iniziative che prendono in carico l’emotività del paziente, le sue fragilità e lo accompagnano nella piena guarigione anche psicologica. In questo spazio lavorano molto le associazioni di volontariato come Caos la cui presidente Adele Patrini ha ormai fatto della “lotta alla paura” un cavallo di battaglia.

Per le “ragazze” della danza terapia quello spazio ritagliato nelle proprie vite rappresenta un porto sicuro a cui tornare ogni volta che l’ansia cresce o le preoccupazioni aumentano. Si torna al braccio che sale, alla gamba che si piega, alla testa che si gira per riacquistare il proprio equilibrio e ricominciare a vivere a testa alta.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 08 Dicembre 2015
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