Meno riscaldamento e auto a 30 all’ora. Ma decidono sempre i sindaci
Le misure decide nel vertice tra governo, Regioni e Comuni: strategia comune, ma applicazione a discrezione dei sindaci. Dodici milioni (per l'intera Italia) per sconti per i mezzi pubblici

Dodici milioni (in totale) di euro per introdurre incentivi a tutti i pendolari d’Italia, nuove norme antinquinamento che i sindaci potranno applicare a loro discrezione. E naturalmente nel tempo altri incentivi a cambiare auto. Sono i pilastri del Piano Anti-Inquinamento d’emergenza predisposto dal governo e proposto agli enti locali mercoledì 30 dicembre, mentre a Milano c’era il blocco del traffico e a Roma si circolava a targhe alterne.
Le risposte nell’immediato sono limitate appunto ad una serie di misure (limite 30 km/h negli abitati, abbassamento dei riscaldamenti di 2 gradi, divieto di bruciare legno e biomasse) che sono pensate con un’unica regia ma la cui applicazione resta discrezione dei diversi sindaci. Ci sono le risorse aggiuntive con cui i Comuni possono introdurre sconti sui biglietti, ma sono risorse col contagocce: 12 milioni di euro per tutta Italia.
Più consistenti le risorse programmate nel medio periodo, per un totale di 405 milioni di euro. 35 sono per la mobilità sostenibile casa-scuola, casa-lavoro, il car e il bike sharing, pedibus; 50 per la ampliare la rete di ricarica elettrica, 250 milioni per interventi di efficienza energetica in scuole, strutture sportive e condomini; 70 milioni per riqualificazione degli edifici dello Stato, interventi per la riduzione del consumo di fertilizzanti azotati.
I favorevoli (tra cui il presidente di Anci Piero Fassino) mettono l’accento sulla strategia unica nazionale, i critici sulla mancanza di risorse consistenti: «Servono tre zeri in più» ha detto Roberto Maroni, presidente di Regione Lombardia, tra le voci insoddisfatte insieme al presidente della Puglia Michele Emiliano.
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