Spese legali del Comune, Marson contrattacca

Rispondendo alle critiche dell'opposizione, il sindaco Dimitri Cassani aveva ricordato alcuni casi legati alla precedente amministrazione di centrosinistra. E oggi risponde il vicesindaco di allora

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Continua il botta e risposta tra maggioranza e opposizione, dopo i ricorsi sulla parità di genere in giunta promossi dalle minoranze e dopo il rimpasto di giunta attuato dal sindaco Cassani. Ora è l’ex vicesindaco (di centrosinistra) Tiziano Marson a replicare al sindaco in carica


‏In tema di spese legali, sarebbe stato sufficiente che il sindaco Cassani si fosse fermato dopo le scuse ai cittadini. Siccome il nostro Sindaco aggiunge sempre menzogne alle sue dichiarazioni, mi vedo costretto a correggerlo per ristabilire la verità.
‏Procedendo per punti, è vero che  si era querelato il consigliere comunale Ruben Taiano, ma il fatto che il procedimento non sia ancora giunto in fase dibattimentale non è imputabile a noi. Per quanto riguarda gli altri 2 casi trattasi di persone che hanno leso la dignità dell’amministrazione con atti concreti. Non ci risulta, invece, di aver querelato il segretario della Lega sig. Garzonio.

‏I 70.000 euro relativi alla causa che ha coinvolto la “polizia locale” si riferiscono al rimborso delle spese legali dovuto ai dipendenti pubblici chiamati in causa per fatti legati allo svolgimento delle loro mansioni. Ricordiamo che sono stati assolti tutti per i capi d’imputazione su cui si era inizialmente sviluppata la vicenda giudiziaria. Per recuperare questi soldi, si dovrà perseguire chi, con denunce o esposti, ha dato il via e supporto alla vicenda giudiziaria. Che qualcuno dell’attuale maggioranza ne sappia qualcosa? Siamo alla farsa quando addirittura si duole che la ragione primaria deriva dalla presunta volontà dell’amministrazione di “fare cassa”. Non esiste nulla che può giustificare tale affermazione, tant’e che l’attuale amministrazione sta procedendo con ingiunzioni di pagamento, con tanto di interessi, delle multe non pagate degli scorsi anni.

‏Caso Amsc: il comune di Casorate vanta crediti certificati e mai contestati, mentre i presunti crediti che Amsc vanta nei confronti del comune di Casorate non sono certificati e conseguentemente tutti contestati. Questo era lo stato delle cose nel 2009, quando si era consensualmente rotto il contratto con Amsc per inadempienze contrattuali di quest’ultima. Dopo numerosi incontri non si era pervenuti a nessun accordo. È bene notare come diventi praticamente impossibile chiudere la vertenza avendo questi presupposti. Abbiamo quindi proceduto al recupero dei crediti a mezzo ingiunzione di pagamento passando attraverso il giudice. Il giudice aveva avvisato della ns. Richiesta la parte avversa dando un congruo numero di giorni per eventualmente controbattere alla stessa. Incredibilmente Amsc non presentò alcuna controdeduzione allo scadere dei termini e quindi il Comune passò all’incasso delle somme dovute presso i vari enti e banche debitori di Amsc.
‏Amsc, a questo punto, presentò istanza per bloccare la nostra iniziativa, affermando che doveva aprirsi arbitrato tra il Comune e Amsc. Il giudice non entrò nel merito della vicenda e rimandò tutto all’ arbitrato; per le spese legali sentenziò che ognuno pagasse le proprie.
‏Amsc impugnò allora la sentenza per la parte riguardante le spese e, dopo due anni, un giudice ha dato ragione ad Amsc , stranamente, visto che avevano avuto tutto il tempo di presentare le loro ragioni prima dell’inizio dell’incasso. In ogni caso, essendo il contenzioso aperto, queste spese vi rientrano a pieno titolo.
‏La questione Amsc è di difficile composizione stando la impossibilità della stessa Amsc di certificare i crediti e, soprattutto, considerato il costo spropositato di un arbitrato , che tuttavia è rimasto l’unico modo per chiudere il caso; infatti altre vie sono tutti accordicchi impugnabili .

‏Questo per ristabilire la verità.
‏Resta il fatto inequivocabile che le nostre azioni hanno sempre fatto parte dell’attività amministrativa vera e propria; l’attuale Amministrazione rappresentata dal Cassani, invece, ha agito in ragione della salvaguardia di un accordo politico tra le varie componenti che formano la lista rinascente, facendone pagare il costo ai cittadini casoratesi. Questo ci fa affermare che, in seguito alla sentenza del Tar, la credibilità politica del sindaco Cassani è minata.

Tiziano Marson, Lista Civica Democratica

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Pubblicato il 01 Dicembre 2015
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