Colombo: “La tecnologia ci farà vivere meglio”

Il direttore di Confartigianato Varese, Mauro Colombo, è al Ces, la più importante fiera sulla tecnologia che si tiene in questi giorni a Las Vegas. È lì con una delegazione di Confindustria insieme a tanti altri esponenti locali varesini.

L’esperienza del Ces stimola molte riflessioni. Ne condividiamo alcune con Colombo.

“Migliorare e semplificare l’esperienza umana. È ciò che la tecnologia digitale permette di realizzare. È in questa nuova prospettiva ii prodotti diventano semplicemente il “contenitore”, il packaging che accoglie e consente di sperimentare e vivere esperienze potenziate, nuove talvolta, rispetto alla realtà.

Sembra avere ragione Raymond Kurzweil quando afferma che le tecnologie che connettono totalmente dati e informazioni disponibili in rete permetteranno all’uomo di elevare per primo le proprie capacità intellettive, ma non solo.
Per certo oggi molte delle conoscenze e anche delle abilità tecniche, quotidiane (cucinare, fare sport, interagire con il pericolo negli ambienti di lavoro e non, viaggiare nel mondo comprendendo tutte le lingue, costruire ambienti sempre confortevoli e adattabili alle nostre esigenze, …) tendono ad essere disponibili per tutti aldilà delle capacità di ognuno, spesso senza necessità di apprenderle lentamente, di “studiarle”.

È quello che chiedono oggi le persone alle nuove tecnologie: acquisire immediatamente famigliarità e capacita con qualsiasi esperienza ognuno di noi desideri realizzare. Tutto sembra possibile, tutto conoscibile”.

Di fronte ad alcune considerazioni sulle questioni etiche Mauro Colombo riflette sulle implicazioni che la tecnologia può avere anche in quella direzione.

“Comprendo, ma non giustifico, le preoccupazioni di molti per gli effetti possibili che queste tecnologie porteranno. Sul lato relazionare, cognitivo, qualcuno dice anche etico. Sicuramente qualche regola andrà riscritta, anche da un punto di vista dei valori e delle norme, ma questo in verità è già successo nel passato, ogni volta che c’è stato un “salto” avanti tecnologico o cognitivo. E non mi sembra che sia sia mai ‘perso’ o ‘peggiorato’ complessivamente qualcosa.

È inevitabile che aspetti anche della natura umana possano cambiare, ma ne acquisiremmo in capacità che ci permettono o di migliorarci o di vivere in un mondo migliore.

I droni e la robotica fanno sempre più facili i compiti nel nostro lavoro quotidiano; gli ambienti di virtualizzazione ci renderanno, non ‘rincoglioniti’ come afferma qualcuno, ma più preparati ed addestrati; la nostra quotidianità invasa dai Social non riduce il numero di amici ‘fisici’ ma aumenta la qualità delle relazioni fra le persone, portando più occasioni per farne di nuove.

Molte tecnologie che apparentemente sembrano avere solo una dimensione di ‘gaming’, possono invece elevare le nostre capacità di gestione dei rischi e dei pericoli. L’uso dei dati in modalità ‘infinita’ (BigData) ci permetterà di sviluppare capacità produttive degli eventi futuri, evitando quelli negativi, catastrofici, non efficaci.

Certo non tutto è immune da errori o da effetti negativi, ma piuttosto che sfuggire da queste potenzialità, occorre apprendere e studiarle proprio per ottimizzarle e ridurre ciò che potrebbe essere indesiderato.

Ecco perché ritengo sia corretto studiare una ‘nuova’ etica, nuove regole di comportamento in cui l’integrazione fra le persone può essere ‘mediata’ da una macchina.  Si dovrà fare cultura e sopratutto ‘educazione’ al loro corretto utilizzo. E non invece fissarsi su chissà soli quali effetti distorsivi le nuove tecnologie porteranno.

Se avessimo avuto questo atteggiamento ad ogni ‘rivoluzione’ tecnologica o culturale probabilmente non saremmo oggi molto diversi da chi, prima di noi, aveva per se solo una aspettativa di 40 anni, passata a dedicarsi a lavori durissimi, con un orizzonte conoscitivo e relazionare estremamente ridotto per cose e per spazio”.