La grande varietà espositiva della Galleria Poma
La grande pittura ticinese e lombarda in mostra fino al 28 febbraio alla piccola ma preziosa Galleria

E’ in corso, fino al 28 febbraio 2016, alla Galleria Poma di Morcote, in Canton Ticino, l’esposizione dedicata a “La grande pittura ticinese e lombarda“. La galleria, posta a non più di 20 metri dalle acque del Ceresio, è nascosta in una piccola via dal nome singolare, non lontana dalla Piazza Grande del borgo lacustre. D’altra parte Piazza Grande è piccolissima, graziosa e facile a trovarsi.
Si viene accolti da Paolo Poma, il gallerista oramai quasi novantenne, che parla molto fitto, attirando l’attenzione sugli aneddoti che riguardano le opere, gli autori, e gli stralci della propria lunga vita, che lo ha visto anche ricoprire, come deputato socialista, le più alte cariche dello Stato ticinese. La ricchezza espositiva della galleria è impressionante, soprattutto tenendo conto che lo spazio non è così grande: le opere attribuite a moltissimi autori più o meno noti e più o meno interessanti si ritrovano dunque assieme e parlano, talvolta in maniera squisita, agli animi che trovano un angolo di quiete e si fanno irradiare dalla bellezza e dalla forza.
Ecco, la parola giusta, nel significato più nobile del termine, è forse ‘zibaldone’, la Galleria Poma è fondamentalmente questo, posta in Svizzera sulle rive di un lago per metà italiano, a due passi da Campione, da Ponte Tresa e Lugano, qui ci sono diversi decenni certo di affari, ma anche di competenza, di conoscenza degli artisti e del mercato dell’arte sul confine svizzero-italiano. Quindi l’appassionato, ma anche il semplice curioso d’arte, qui trova pane per i suoi denti, perché incontra nomi d’artisti tanto semisconosciuti quanto bravissimi. L’eros sta proprio nel vedere la bellezza in un autore che si rivela anonimo, perdendo in questo modo l’immeritato anonimato.
La qualità da Poma si vede subito all’ingresso con due nomi che sono pietre miliari del panorama artistico svizzero del Novecento: un ritratto di Edmondo Dobrzanski, che al di là della firma autografa è assolutamente lui, con tutta la luce proveniente dalle sue caratteristiche tinte cupe; diverse sculture attribuite a Giovanni Genucchi fanno inoltre bella mostra di sé. Genucchi è uno scultore che, appena passati i 36 anni dalla morte, meriterebbe davvero una nuova monografia, per farlo entrare tra i grandi del Novecento. Le forme scultoree in mostra a Morcote sono certo degne di lui anche se, a voler vedere Genucchi in tutta la sua primordiale forza evocativa, in questi giorni bisognerebbe visitare la mostra “L’albero della gioia”, a Villa dei Cedri di Bellinzona, dove c’è un suo bel bronzo, materiale fra l’altro inusuale per l’artista della Valle di Blenio.
Poi ci sono gli artisti che uno a Morcote non si aspetta, ad esempio una versione del Pescatorello di Vincenzo Gemito, scultore napoletano di primo piano tra Otto e Novecento che ha anche un suo bellissimo bronzetto, intitolato “Giovinezza di Nettuno”, alla GAM di Milano. Attribuiti in originale da Poma ci sono poi opere di Luigi Rossi, Ennio Morlotti, Jean Corty, Mario Sironi e c’è solo l’imbarazzo della scelta la quale, diciamolo bonariamente, è persino un po’ troppa.
Tra le opere attribuite all’artista nizzardo Armand Pierre Fernandez, c’è una inclusione di bamboline in plexiglas del 2001, “Bambole”, opera fresca e originale.
La sopresa è però ticinese, con un nome che più ticinese di così non si può: Mario Bernasconi da Pazzallo, lo scultore allievo di Luigi Vassalli e di Giuseppe Foglia che è noto agli avventori del lungolago di Lugano per il suo bronzo situato nel “Parco Belvedere”, costeggiando la Riva Caccia in direzione Paradiso.
La sua testa di bimbo intitolata “Pierino” (1930) qui esposta, della quale lo stesso Poma ammette ne esiste forse qualche altra copia, è veramente degna di nota.
Galleria Poma
Strecia di Mort 1, Morcote (CH)
Orari fino al 28 febbraio 2016 :
dal martedì alla domenica dalle ore 14 alle 17.
Tel: +41 91 996.17.77
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