“Filosofarti ha bisogno di tutta la città”

All'avvio dell'edizione 2016 i volontari di Filosofarti rilanciano la raccolta di fondi per dare un futuro al festival

Filosofarti Carlo Monti Cristina Boracchi Ivano Valagussa

Filosofarti vola alto anche quest’anno – con un programma quanto mai ricco e ben strutturato – e rilancia: «Abbiamo bisogno del sostegno di tutta la città».

Il festival gallaratese dell’arte e della filosofia è cresciuto, ha allargato la partecipazione anche alle città limitrofe (si era aggiunta Busto, quest’anno si affianca anche Cardano al Campo), ma rimane sostenuta prima di tutto dal volontariato. A loro – ai volontari – si deve molto del lavoro fatto, a partire dalla cura delle relazioni che assicura di anno in anno la presenza di ospiti qualificati. «In questi anni siamo stati sostenuti da Fondazione Cariplo prima e Fondazione Comunitaria del Varesotto poi, anche il Comune ha fatto la sua parte» premette subito Cristina Boracchi.(nella foto con – da sinistra – Carlo Monti, l’assessore Sebastiano Nicosia, monsignor Ivano Valagussa e don Alberto Dell’Orto). Boracchi però non nasconde qualche preoccupazione per il futuro dell’esperienza: un timore già espresso negli ultimi anni, che ora Filosofarti sta affrontando con un nuovo strumento, il crowdfunding. «Abbiamo presentato una richiesta all’intera città, chiedendo non solo un’offerta al momento degli eventi, ma anche un aiuto perché sia riconosciuto il valore di questa esperienza».

In questo senso il crowdfunding – lanciato a fine 2015  e ancora in corso (qui) – è una prova per riannodare i fili della partecipazione dei cittadini ad una iniziativa che vola alto (dicevamo in apertura) e qualifica ancora Gallarate come centro culturale vivace e audace. Nella speranza che la vicinanza dei cittadini e un ancor più evidente riconoscimento nella comunità possano contribuire anche a rilanciare il ruolo dei soggetti pubblici (a partire dal Comune) che sono presenti ma che coprono solo una parte delle spese.

Da quest’anno Filosofarti punterà anche sui gadget, come forma di sostegno economico ma soprattutto come segno distintivo di partecipazione: magliette create da Yamamay, matite, i segnalibri (decorati dalla “Morte di Socrate” di Jacques-Louis David). Anche questo materiale è in gran parte frutto dell’iniziativa del gruppo di volontari (tra cui diversi giovani) che sostengono l’iniziativa. Tra le novità del 2016, anche la scenografia specifica disegnata dal giovane architetto Marco Colnago.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 11 Febbraio 2016
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