La Collezione di Giacomo e Ida Jucker al Poldi Pezzoli: il meglio dall’Ottocento

Viaggio nella poetica dei pittori Macchiaioli in mostra fino a fine febbraio al museo milanese

Arte - Mostre

A Milano, nell’ultimo tratto di via Manzoni che porta verso il Duomo, ci sono le insegne della Casa Museo Poldi Pezzoli. Il padrone di casa Gian Giacomo fu erede sia della facoltosa famiglia Pezzoli, che aveva riscosso le tasse per conto del governo austriaco, sia del nonno materno, il marchese Gian Giacomo Trivulzio, dal quale ereditò il senso del collezionismo e della cultura. In questi giorni, e fino alla fine di febbraio, qui si può ammirare anche la non grande ma splendida esposizione temporanea L’incanto dei Macchiaioli nella collezione di Giacomo e Ida Jucker”, con dipinti veramente unici.

Le esposizioni permanenti di valore, quando sono di piccole dimensioni, in genere possono essere classificate in due categorie: le une quelle che hanno un particolare valore estetico; le altre quelle che hanno un particolare valore storico. Il Poldi Pezzoli è un museo che mostra di appartenere alla seconda categoria e si rivela importante per la storia dell’arte lombarda in particolare, con punte verso il Veneto.

Il ‘pezzo da novanta’ del museo, artisticamente parlando, è forse la meravigliosa statua in marmo bianco di Lorenzo Bartolini (1777-1850) che si trova nella Sala Nera; l’opera è intitolata “La fiducia in Dio” (1836) e fu commissionata allo scultore toscano da Rosa Trivulzio Poldi Pezzoli dopo essere rimasta vedova nel 1833, per rappresentare quella forza morale che le consentì di superare il lutto. Quando uno vede questa statua capisce perché Bartolini ha un suo posto al Louvre ed uno all’Hermitage.

Poi c’è tutto il resto, soprattutto pittura, che è moltissimo. Nella Sala dei Vetri di Murano c’è un bel ritratto del padrone di casa dipinto da Giuseppe Bertini (1825-1898), artista milanese di nascita, di studio e di morte, che ebbe lungamente la cattedra di pittura a Brera nella seconda metà dell’Ottocento.

Nella Sala del Settecento Veneto in particolare ci sono, tra i molti, il paesaggista veneziano Francesco Guardi (1712-1793) e due Madonne con bambino: una del veronese Paolo Farinati (1524-1606) ed una del più noto genovese Bernardo Strozzi (1581- 1644). C’è anche un buon “San Carlo Borromeo” del varesino Pietro Antonio Magatti (1691-1767).

Nel Salone Dorato inizia la serie degli ottimi pittori lombardi del Pezzoli, con il bresciano Alessandro Bonvicino detto “Il Moretto” (1498 – 1554), serie che prosegue con una sala intitolata al bergamasco Fra’ Galgario (1655-1749). Da non perdere, perché si tende a visitarle alla fine, con il rischio di tirare dritto per stanchezza, sono proprio le tre Sale dei Lombardi, con buone opere del bresciano Vincenzo Foppa (1427-1515), del milanese Andrea Solario (1465 – 1524), e di due varesotti: uno presunto, perché dovrebbe essere nato a Sesto Calende, Cesare da Sesto (1477–1523); l’atro sicuro perché nato a Dumenza, o comunque nei pressi di Luino, nei primi anni Ottanta del Quattrocento, come dimostra il suo nome d’arte: Bernardino Luini, un genio, anche se in via Manzoni 12 si intravede solamente il potenziale di questo artista meraviglioso.

Poi, a piano terreno, fino a fine febbraio c’è la temporanea con i pezzi della Collezione di Giacomo e Ida Jucker: il titolo dedicato ai Macchiaioli non deve ingannare; c’è la pittura macchiaiola propriamente detta, ma inquadrare in un nome il meglio di questa mostra è difficile . C’è soprattutto l’Ottocento di una grande famiglia di collezionisti, con due pezzi meravigliosi: “Lo scugnizzo col salvadanaio” (1874) del 22enne romano Antonio Mancini, che studiò a Napoli e che è famoso proprio per i suoi ritratti di bambini dei quartieri poveri; infine, ma certo non ultimo, si può ammirare “La bottega della fioraia” del veneziano Giacomo Favretto (1849-1887), artista molto attento al colore e più propriamente entrato in contatto con la corrente macchiaiola per il tramite del conterraneo Federico Zandoméneghi, uno dei pittori-soldato della spedizione dei Mille di Garibaldi.

 

Museo Poldi Pezzoli
Via Manzoni 12, Milano
MM3 e Tram1, fermata Montenapoleone
MM1 fermata Duomo
Tel: 02 79 4889/6334
www.museopoldipezzoli.it
Orari: tutti i giorni tranne il martedì, dalle h10 alle h18

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Pubblicato il 05 Febbraio 2016
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