L’arte italiana al MoMA: da Modigliani a De Chirico

Viaggio tra i capolavori del museo americano che custodisce alcune delle opere fondamentali della moderna arte italian

Arte - Mostre

Il Museum of Modern Art di New York, subito sotto Central Park, appena dentro l’angolo destro tra la 53esima e la 5th Avenue in direzione Downtown, è un grande museo, ma non è un museo dalle dimensioni sconsiderate, il che dà un notevole vantaggio alla freschezza dell’osservazione: sei piani, di cui il I con l’ingresso ed il giardino artistico, il IV ed il VI dedicati a mostre speciali. Al III piano comincia l’arte italiana con opere di Mario Merz e Lucio Fontana, ma il clou è al V livello, col meglio da tutto il mondo e soprattutto con Modigliani, la Metafisica ed il Futurismo di casa nostra.

Per capire bene una raccolta come questa è bene riflettere sulla propria concezione di modernità dell’arte. Una buona definizione di ‘moderno’ in senso artistico corrisponde a ciò che rompe con la tradizione e con le convenzioni accademiche in uso in un determinato periodo storico. Dunque, con apparente contraddizione, il ‘contemporaneo’ in arte ha un forte elemento di continuità con la storia che lo conterrà, finendo spesso sciolto o diluito in essa; il ‘moderno’ no, perché è ciò che la storia andrà ad identificare come un qualcosa di diverso da una semplice provocazione di linguaggio, di tema, di percezione dell’umano mondo delle idee. Non a caso l’Arte Moderna è nata in Francia circa un secolo dopo la Grande Rivoluzione. Il Moderno è dunque sempre, in una qualche maniera, rivoluzionario, discontinuo.

L’immagine simbolo dell’arte italiana al MoMA può essere il “Nudo sdraiato” (1919) del livornese Amedeo Modigliani (1884-1920), artista rimasto pressoché analfabeta per ragioni di salute fino alla prima adolescenza, per poi studiare pittura a Firenze ed a Venezia. Trasferitosi a Parigi nell’inverno del 1906 ebbe fortuna dapprima interessandosi all’arte di Cézanne, poi stringendo contatti con poeti come Max Jacob. Artisiticamente fu molto vicino a Picasso ed a Brancusi, il quale lo introdusse ai modi dell’Arte africana. La modernità di Modigliani risiedette nella asimmetria delle composizioni e nella ricerca di forme allungate e monumentali, oltre all’utilizzo di soggetti considerati a suo tempo osceni.

La rivoluzione futurista fu invece, in Italia, qualcosa di diverso, che aveva a che fare con la percezione del mondo. Il manifesto che Filippo Tommaso Marinetti pubblicò sulla Gazzetta dell’Emilia del 5 febbraio 1909 asseriva che il mondo si era recentemente arricchito di una bellezza nuova: “la bellezza della velocità”. Ci si proponeva dunque, con una certa arte italiana di inizio Novecento, di annichilire ogni forma espressiva tradizionale. Non c’era nessuna fondamentale novità nei materiali, a New York lo si vede bene: Giacomo Balla (1871-1958), Umberto Boccioni (1882-1916) e Gino Severini (1883-1966) utilizzarono materiali tradizionali, l’olio, la tela, il bronzo; ma niente fu fermo, tutto si muoveva. Il Futurismo quindi fu un’arte dinamica, anche nei titoli della opere, che seppure in un inglese di non immediata traducibilità, hanno il sapore della Velocità: di Boccioni ad esempio c’è al MoMA “The city risers” (1910), mentre di Severini si incontra “Dynamic hieroglyphic of the bal tabarin” (1912).

Non ultima la Metafisica di Giorgio De Chirico (1888-1878) , che fu artista moderno in una terza, differente, maniera, quella dell’immobilità e del silenzio. Anche qui non ci sono materiali nuovi, c’è solo il tentativo di svelare in una qualche maniera, il mistero dell’esistenza attraverso l’immobile presentazione di oggetti comuni senza evidente nesso tra i loro significati; una delle sue opere più famose, “Canto d’amore” (1914), presente al V piano a Manhattan, è un dipinto che accosta un guanto da donna, la testa di una statua ed una palla, collocati in quello che sembra un ambiente urbano. E’ questa, almeno all’apparenza, un’arte del tutto platonica, che pesca le proprie visioni, con pochi o nessun filtro, dal mondo delle idee.

Museum of Modern Art
11 West 53 street
Manhattan
New York (USA)
Il sito

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Pubblicato il 11 Marzo 2016
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