I riflettori si riaccendono sul lago di Varese
A Milano s'è riunito il comitato tecnico-scientifico: la Regione stanzierà 50 mila euro per far ripartire il risanamento delle acque

I riflettori si riaccendono sul lago di Varese. La buona notizia arriva dalla Regione Lombardia a seguito del tavolo tecnico che ieri, giovedì 9 giugno, si è tenuto in Provincia e dal quale sono uscite proposte concrete ed interessanti.
Che si tornasse a parlare di lago era stato chiesto prima di tutto dal sindaco di Bodio Lomnago Eleonora Paolelli che, oltre ad essere sindaco di un comune che si affaccia sul lago, è anche presidente dell’associazione dei comuni rivieraschi del lago di Varese che è nata proprio con lo scopo di salvare il Lago di Varese. «Avevamo bisogno di capire come possiamo muoverci, quali sono i prossimi passi. Non siamo mai stati fermi, ma ora vogliamo dare un’ accelerata al progetto di recupero del lago», commenta.
E intorno al tavolo si sono trovati rappresentati della regione, della Provincia di Varese, dell’Insubria, dei pescatori del lago di Varese e dell’Asl. Un primo risultato c’è già stato: “Gli uffici tecnici regionali hanno già segnalato la disponibilità di risorse, circa 45-50 mila euro, da impegnare sul lago verso due direzioni – spiega Eleonora Paolelli-: la prima nella valutazione tecnica per la rimessa in funzione o lo smantellamento dell’impianto di sifonamento esistente. L’impianto è stato realizzato una ventina di anni fa con finanziamenti regionali ed è da tempo in disuso; il secondo riguarda la gestione delle macrofite, tra cui le alghe”.
I soldi non sono molti, è evidente, ma sufficienti per cominciare a pensare come rimettere mano ai progetti rimasti in sospeso. “Dobbiamo prima di tutto capire se è ancora il caso di pensare al sifonamento ipolimnico, con le pompe che pescano dal fondo del lago, – conclude il sindaco di Bodio- oppure cercare una soluzione diversa per dare ossigeno al nostro lago. Il secondo progetto è più semplice ma occorre predisporre a un piano a lungo termine riguarda lo sfalcio delle alghe. Se si procedesse ogni anno, con meticolosità, invece che in emergenza la situazione andrebbe via via migliorando”.
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