Exodus, un bilancio dei primi sei mesi di lavoro con gli adolescenti
Dal mese di febbraio si è aggiunta la disponibilità di Villa Calderara, una spazio di socializzazione e di educazione in aggiunta a quelli messi a disposizione dalle scuole

Sono passati i primi sei mesi dell’anno e per Exodus è arrivato il momento di una prima verifica dell’intervento compiuto dalla Fondazione Exodus con gli adolescenti a Gallarate. Tanto più che quest’anno dal mese di febbraio si è aggiunta la disponibilità di Villa Calderara, una spazio di socializzazione e di educazione in aggiunta a quelli messi a disposizione dalle scuole.
Tre sono state le linee di azione seguite, spiega Exodus: il lavoro per il successo formativo e contro la dispersione scolastica realizzato con i quattro Istituti Comprensivi della città di Gallarate, con la piena collaborazione del Comune e dei suoi servizi, il sostegno ad adolescenti di concerto con la AST di Varese e l’indagine sugli stili di vita degli adolescenti che ha visto partecipare l’intera popolazione dei ragazzi e delle ragazze delle scuole medie.
La prima azione ha riguardato 57 alunni, 37 di questi seguiti individualmente. 12 gli alunni stranieri. Questa parte di progetto si è svolta in parte presso i vari Istituti Scolastici e in parte, per le situazioni che richiedevano maggior impegno, presso la Villa Calderara. Qui sono stati presenti per 3 giorni la settimana 8/9 alunni per un totale di oltre 200 ore.
Presso le scuole Ponti, De Amicis, Cardano, e Majno gli educatori sono stati impegnati per 408 ore svolgendo un lavoro in parte individuale e in parte con piccoli gruppi.

Come già era successo lo scorso anno, l’intervento non ha riguardato solo alunni delle scuole medie ma su segnalazione dei docenti referenti anche alcune particolari situazioni all’interno delle scuole elementari e ciò va incontro ad un indirizzo sempre più condiviso all’interno degli esperti che assegna sempre maggiore attenzione agli interventi precoci; molti segnali di disagio scolastico sono già assai visibili prima del passaggio alla scuola media.
La seconda linea di azione riguarda gli interventi con adolescenti problematici. Si tratta di una iniziativa che di fatto è il seguito del valido progetto sperimentale “Adolescenti” promosso dalla Regione Lombardia. Le famiglie o i servizi segnalano una particolare situazione che richiede un supporto educativo, viene compiuta una valutazione da parte della AST e successivamente la famiglia può disporre di un voucher che consente di realizzare un percorso educativo presso uno degli enti riconosciuti dalla Regione.
Per ora, in questo modo, si sono avvicinati 4 ragazzi e se ne stanno aggiungendo altri 3. Le attività si svolgono prevalentemente in Villa Calderara ma sono anche previste uscite e visite con finalità istruttive e rimotivazionali.
La terza linea, per i tempi e i modi in cui si sta svolgendo, è una vera novità nel quadro degli interventi con gli studenti. È una indagine sugli stili di vita degli adolescenti, realizzata dalla Fondazione Exodus come parte del centro Semi di Melo (in partenariato con la Casa del Giovane di Pavia e l’Università Bicocca). Per quello che possiamo conoscere Gallarate è la prima città italiana che svolge una indagine completa sulla intera popolazione nella fascia di età delle scuola medie.
Ha interessato 1345 alunni esplorando molteplici campi, dalle forme di divertimento all’uso della paghetta, dalle relazioni tra pari all’uso dello smartphone, ai comportamenti pericolosi: in questa fase della vita dei ragazzi i comportamenti a rischio possono influenzare e compromettere lo sviluppo sano verso l’età adulta.
Questo strumento di analisi consente ai genitori, agli insegnanti e soprattutto ai ragazzi stessi di poter prendere le necessarie difese contro eventuali pericoli. Molti ragazzi neppure sono consapevoli dell’orizzonte entro il quale vivono.L’indagine è composta da 46 item ed è auto somministrata. Altra novità di questa indagine riguarda i tempi di restituzione dei dati. I report sono pronti e insieme ai dirigenti delle scuole verranno ora studiate le modalità di coinvolgimento di alunni, genitori e insegnanti. Una sola piccolissima anticipazione: oltre 550 alunni dichiara di usare lo smartphone “di notte”.
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