Via Francigena: da Verrés a Pont Saint-Martin

La quinta tappa chiude il cammino in Val d'Aosta. Tra castelli e bellezze naturali cinque giorni sono volati

Via Francigena: da Verrés a Pont Saint-Martin

La tappa di oggi, da Verrés a Pont Saint-Martin è stata una sorpresa dietro l’altra. Un cammino breve, di poco meno di 15 km, che permette di poter vivere “divagazioni” dal loro camminare. 

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Sveglia presto come sempre e colazione alle 7 all’interno dell’ostello. Francesco si è alzato per noi due pellegrini ma ormai è abituato. “A volte mi chiedono di preparar qualcosa per le 5 perché preferiscono camminare alle prime ore del mattino. Sono tre anni che lavoro qui con mia moglie. Prima facevo il cameriere ad Aosta e quando ho saputo che cercavano qualcuno che gestisse questo ostello, mi sono detto che valeva provare”. Il casello, questo il nome della struttura, è un buon punto sosta. Pulito, ben organizzato, offre diverse situazioni tra camere e dormitori. È un classico ostello con la cucina gestita dal conduttore. Per la mezza pensione si paga 37 euro. Uno standard accettabile qui in Val d’Aosta.

Da Verrès a Höne la strada è alterna. Tratti belli e altri meno, come gli ultimi due km tutti di lato all’autostrada. In quel punto la valle si stringe e in un piccolo lembo di terra passa la Dora Baltea, ma statale 26 e l’autostrada. Subito dopo si entra a Bard, il borgo più caratteristico della tappa. Arte, artigianato e storia ti accompagnano. Visto il tempo a disposizione ho scelto di fermarmi e visitare l’imponente forte di Bard. Una meraviglia. Un luogo che racconta uno spaccato della storia di questo territorio. Si conosce poco la sua storia fino all’anno Mille. Si presume fosse costituito solo da una torre cintata da mure difensive. Certo che è collocato in un punto strategico a difesa della valle. Tra la montagna e la fortificazione ci sono pochi metri dentro cui si è sviluppato il borgo. Dall’altro lato scorre la Dora e subito sopra rocce impervie.

Nel periodo medievale il forte crebbe in struttura e fortificazioni fino ad assumere una dimensione simile a quella che si può osservare ai nostri tempi. Quanto fosse difficile espugnarlo lo provò l’esercito francese quando nella primavera del 1800 Napoleone lo impiegò sul campo contro gli austriaci piemontesi prendendoli di sorpresa arrivando dal Gran Dan Bernardo. Una volta a Bard i suoi uomini gli fecero presente che non era affatto semplice espugnarlo è infatti gli servirono 14 giorni.

Napoleone una volta passato fece radere al suolo il forte che venne ricostruito tra il 1830 e il 1838. Lì fu mandato in una sorta di esilio Il giovane Cavour che già manifestava idee troppi liberali per esser lasciato agire. Il forte oggi è una meta turistica grazie al poderoso intervento della Regione che lo ha adibito a luogo di eventi. Agli splendidi spazi museali con la storia delle Alpi (ottimo museo costruito in modo multimediale e di immediata fruizione) e con quello delle carceri che ricostruisce la storia del forte, ci sono tante mostre momentanee di buon livello.

La sosta di oltre due ore a Bard meritava davvero. Solo pochi km e alle porte di Dennas si incontra l’icona della Francigena valdostana. Un tratto di antica strada romana ancora intatta con un arco che sta a testimoniare il lavoro fatto dai romani. Un luogo che attira tanti turisti e che i pellegrini possono ammirare perché è proprio sul tracciato del cammino.

Incontro nuovamente Patrizia con cui sto condividendo pezzi di cammino. Con lei cammino fino a Pont Saint-Martin dove l’accoglienza è gestita dal comune in una foresteria di fianco alla struttura professionale per le bocce. È il primo spazio pubblico lungo il cammino. L’ostello è molto grande e decisamente bello ed economico. Si pagano 15 euro ma con stanze spaziose e sono previste anche le lenzuola. Che in verità, a parte a Chatillon, ho trovato sempre.

Con la tappa di oggi si chiude la Val d’Aosta. Da domani si entra in Piemonte per passare rapidamente nella pianura padana. Cinque giorni che sono volati con atmosfere molto diverse. Dalla neve e quasi il freddo del Gran San Bernardo alla calda, anche troppo Pont Saint-Martin. Le immagini scorrono veloci. Posti belli e altri meno. I punti tappa non hanno il fascino delle città o paesini toscani o laziali, o dei grandi centri come Vercelli, Pavia o Piacenza, ma la loro bellezza sta anche lì, nell’essere semplici e punti di passaggio di un cammino lungo che ha come meta Roma, ma anche la ricerca interiore che questa esperienza permette di vivere.

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Pubblicato il 06 Luglio 2016
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