Un accordo antimafia per “difendere” le case delocalizzate
Le case più vicine a Malpensa, dichiarate inabitabili, devono essere abbattute: Aler e Prefettura hanno sottoscritto un protocollo per la legalità contro i rischi di infiltrazioni

Centinaia di metri cubi di case e palazzine (ancora) da abbattere. Sono le case delocalizzate intorno a Malpensa, un possibile business per le mafie, considerato che il settore dell’edilizia (e del movimento terra in particolare) è uno dei più esposti al rischio di infiltrazioni.

Le case “delocalizzate” – dichiarate cioè inabitabili a causa del rumore dell’aeroporto, con la “delocalizzazione” degli abitanti dietro corrispettivo economico – erano di proprietà regionale, le aree diventeranno comunali, ma nel frattempo si deve passare dalla demolizione, che è stata affidata ad ALER. E proprio Aler è coinvolta in un nuoco accordo per ridurre il rischio di infiltrazioni mafiose nei cantieri: il Prefetto Giorgio Zanzi e Angelo Sala – presidente dell’Alea Varese-Como-Monza Brianza-Busto Arsizio – hanno sottoscritto un “protocollo di legalità per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata e delle violazioni della normativa in materia di sicurezza sul lavoro”.
Il Protocollo riguarda appunto i lavori di demolizione di parte degli edifici delle “case delocalizzate” a Lonate Pozzolo, Ferno e Somma Lombardo, il cui abbattimento è iniziato da un anno e mezzo circa, per lotti, sui diversi Comuni interessati.
“Con il Protocollo sottoscritto oggi – si legge nella nota della Prefettura – le parti si prefiggono, attraverso l’estensione dei controlli antimafia per l’appalto di lavori in argomento, di incrementare le misure amministrative di contrasto ai tentativi di infiltrazione mafiosa nei cantieri […] attraverso più incisivi e stringenti controlli sulla presenza dei requisiti previsti dalla normativa antimafia in capo alle ditte appaltatrici e subappaltatrici dei lavori in questione”. Lo stesso Protocollo prevede poi una attenzione aggiuntiva al rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro nei cantieri.
Ad oggi non è facile fare una stima dell’avanzamento dei lavori di demolizione, la stessa Aler ha riconosciuto di fronte ai Comuni la difficoltà di fare un punto esatto della situazione (ad esempio: ci sono edifici plurifamigliari in cui alcune famiglie sono state “delocalizzate” cedendo la proprietà, ma altre continuanno a viverci). A Ferno e Lonate Pozzolo, ad esempio, è stato completato poco più della metà degli abbattimenti nel 2015. La fadse conclusiva era stata annunciata a inizio 2016, ma di fatto le ruspe non si sono ancora viste.
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