Varese, ascolta il bomber: “La continuità è la chiave per puntare in alto”
Matteo Scapini ha segnato tre gol in cinque partite: «Stare in testa è meglio che rincorrere. E dev'essere uno stimolo che si rinnova ogni domenica»
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Tre gol in cinque partite, tutti decisivi per il risultato finale. Nove dei dodici punti guadagnati dal Varese nelle prime giornate di campionato portano la firma di Matteo Scapini, il roccioso ed esperto centravanti incaricato proprio di fare da “primo violino” dell’attacco di Ernestino Ramella.
Il 33enne bomber veronese è andato a segno in campionato contro il Cuneo all’esordio, poi contro la Folgore Caratese e infine, domenica scorsa – dopo due partite a secco – con un coriaceo Oltrepovoghera, capitolato solo a pochi minuti dalla fine.
Scapini, se si può fare una graduatoria, qual è stato il gol che le ha dato più gioia?
«L’ultimo, e credo che lo si sia capito anche dall’esultanza che ha seguito la rete. È stato bello soprattutto perché il colpo di testa vincente mi è venuto naturale, spontaneo: un flash. E il gol è stata una liberazione: poco prima mi avevano annullato una marcatura per un fuorigioco che secondo me non c’era e in precedenza il loro portiere era stato bravo in diverse occasioni. È vero che nel primo tempo avrei potuto sfruttare meglio una palla gol, ma lui è stato bravo a opporsi. Segnare al 42′ è stata una grande gioia».
Contro l’Oltrepovoghera si è visto anche un Varese con più gioco rispetto alle uscite precedenti. Il ritocco al modulo ha dato più frutti?
«Sicuramente abbiamo creato più occasioni e siamo andati al tiro diverse volte, non solo con me ma anche con Giovio e Rolando. Io ho corso un po’ meno e nel complesso credo che la squadra si sia messa meglio sul campo: penso quindi che anche in futuro si possa mantenere questa disposizione tattica. Poi ovviamente, tocca al mister valutare, anche in relazione all’avversaria di turno».
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In precampionato lei aveva fatto un po’ fatica: ha colpito un paio di pali ma segnato poco. Poi, con l’avvio delle partite ufficiali le cose sono andate meglio: cos’è accaduto?
«Io sono un giocatore fisico che soffre la preparazione atletica estiva. Il che non vuol dire che mi tiri indietro, però poi ne risento sul campo in termini di freschezza. Per questo so che nelle amichevoli la cosa che conta di più è creare e avere occasioni davanti alla porta: mi preoccupo quando ciò non accade. Con la fine della preparazione e l’inizio del campionato ho ritrovato lucidità e forza fisica e i gol sono arrivati».
Dopo cinque partite che impressione le ha fatto questo girone A mezzo piemontese e mezzo lombardo?
«Onestamente me lo aspettavo più semplice: bene o male rispecchia il “vecchio” Girone B (Scapini lo ha disputato con il Seregno ndr) perché si trovano squadre ben organizzate che fanno il loro gioco grazie anche a tanti allenatori preparati. Lo abbiamo visto anche con l’Oltrepo che è venuto a Varese senza nascondersi, ed è solo un esempio. Insomma, sarà una stagione dura dove è necessario trovare continuità: per vincere servono 85 punti, noi per ora ne abbiamo dodici…».
Dodici punti che però vi mettono davanti a tutti.
«Sì, e questo dev’essere uno stimolo per proseguire così, per affrontare ogni volta la partita della domenica con la voglia di restare in testa. È sempre meglio tirare il gruppo che rincorrere, su questo non ho dubbi».
Chiudiamo con uno sguardo alla città dove ormai abita da qualche mese: le piace Varese?
«Molto: piace a me e alla mia famiglia. Con mia moglie ho già iniziato a conoscerla meglio, e il fatto che ci sia tanto verde fa felici le nostre bambine. Poi, per chi fa il mio lavoro, giocare per una squadra con tanto tifo e una società organizzata è certamente la cosa migliore».
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