Longhin: “Sindaci assenti, e così è passato il rendiconto della sinistra”
I comuni hanno votato a macchia di leopardo e la Lega li accusa di opportunismo
Il capogruppo leghista Giuseppe Longhin commenta negativamente l’approvazione del rendiconto in Provincia, che ha dato via libera al bilancio dell’amministrazione di Gunnar Vincenzi.
“Senso civico od opportunismo a senso unico? Sono sempre più preoccupato dalla mancanza di senso civico degli amministratori varesini. La politica, quella vera, quella che tutela il proprio territorio, quella fatta per passione e, appunto mossa dal senso civico, e’ sempre meno presente nei politicanti di palazzo a scapito dei cittadini ormai sempre più abituati ai disservizi tanto da non protestare nemmeno più. Certo e’ che se a “tradire” sono anche i propri sindaci, la fine della politica del fare e’ giunta”.
Ma a cosa si riferisce il capogruppo leghista? “Quanto mai vergognosa l’assenza di molti Comuni in conferenza dei sindaci del 9 novembre dove, ridendo e scherzando, si sono approvati tagli per 42 milioni di euro. Mi domando con che coraggio i sindaci di Cairate, Casorate, Cassano Magnago, Caronno Varesino, Gavirate, Lonate Ceppino, Lonate Pozzolo e Luino solo per elencarne alcuni, che ricordo avrebbero potuto delegare un proprio consigliere, comunicheranno ai propri cittadini che grazie alla loro assenza è stato approvato un rendiconto che ha tagliato investimenti anche già deliberati per milioni di euro, a conferma di quanto sia devastante questa riforma”.
Longhin continua. “Mi domando come Comuni che hanno appoggiato questa amministrazione provinciale non si pongano nemmeno il problema di presenziare come Brenta o peggio Besano e Viggiù che pur avendo sindaci di destra hanno portato voti al consigliere Marco Magrini riconsegnando di fatto la Provincia a Vincenzi (8 consiglieri contro 8 consiglieri). Mi domando come Comuni che hanno appoggiato il consigliere Ginelli nella sua transumanza da destra a sinistra e poi da sinistra a destra possano votare a favore, come Uboldo, o astenersi, come Arsago e Jerago con Orago. Questa politica opportunista, fine a se stessa, senza tutela, coerenza e rispetto verso i propri cittadini, con moralità svendute per un “piatto di lenticchie” va necessariamente trasformata in politica del fare con atti concreti e meno canti delle sirene”.
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