Stalking e aggressioni, l’incubo ricomincia dopo il divorzio
Denunciato un 45enne che pedinava e usava violenza fisica e verbale nei confronti della donna dalla quale aveva appena divorziato., anche davanti ai figli. I numeri del fenomeno dall'inizio dell'anno

La violenza sulle donne sembra essere un’emergenza senza fine resa ancora più forte dal fatto che domani, 25 novembre, ricorre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’ultimo caso riguarda un italiano di 45 anni, residente in un comune della Valle Olona, a cui stato vietato di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla ex moglie e dai figli.
La misura cautelare, emessa dal GIP su richiesta del sostituto procuratore Nicola Rossato, è stata adottata dopo che interventi e indagini del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio avevano evidenziato la gravità degli atti persecutori ai quali l’indagato sottoponeva la donna da qualche mese, da quando cioè i coniugi hanno divorziato.
Persecuzione che in questo caso ha preso la forma di ripetute ingiurie, minacce, appostamenti sotto casa, pedinamenti e aggressioni. Ora all’uomo è stato vietato di avvicinarsi ai luoghi frequentati dai congiunti con la possibilità, in caso di inosservanza del divieto, che la misura venga sostituita con una più restrittiva, non esclusa la custodia in carcere.
Quello descritto non è che l’ultimo di una serie di episodi, riconducibili al triste fenomeno della violenza e degli abusi contro le donne e i minori, dei quali nell’ultimo anno si è occupato il Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio – ed in particolare la sezione specializzata nei reati contro le cosiddette “fasce deboli”- d’intesa con la Procura della Repubblica e anche grazie all’inserimento in una “rete” che comprende altri Enti pubblici e associazioni.
Per intuire la non trascurabile dimensione del fenomeno, basti pensare che a Busto Arsizio la Polizia di Stato, nel corso del 2016, ha denunciato tredici casi di maltrattamenti contro familiari o conviventi, arrestando tre persone in esecuzione di custodia cautelare in carcere, notificando quattro provvedimenti di divieto di avvicinamento e procedendo in un caso anche all’allontanamento dal contesto familiare di minori maltrattati.
Dieci sono stati i casi di violenza sessuale per i quali sono state inoltrate denunce all’Autorità Giudiziaria, con tre persone arrestate o fermate e altre due colpite da diverse misure cautelari coercitive. I casi trattati di atti persecutori o “stalking” sono stati 12, con un responsabile condotto in carcere, uno arrestato in flagranza di reato, due sottoposti al divieto di avvicinamento e altri due alla misura di prevenzione dell’ammonimento del Questore.
Si sono inoltre registrati due casi di violazione degli obblighi di assistenza familiare, tre casi legati alla pornografia minorile e due di lesioni personali maturate in un contesto familiare. Innumerevoli infine le situazioni di conflitto intra-familiare, spesso con pregiudizio per i minori, segnalati ai servizi sociali e all’Autorità Giudiziaria minorile o ordinaria.
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