Casa Macchi per far rivivere il centro storico
Aperta la storica dimora lasciata in eredità al Fai. Magnifico: "Un progetto per riportare il sangue nelle vene del centro storico"
Il tempo si è fermato a Villa Macchi. La polvere sui mobili, i letti rifatti con i piumoni ancora stesi, la cucina economica con i servizi di ceramica, il ferro da stiro quando ancora non si usava il vapore, la televisione con un enorme cassone a contenere il grande tubo catodico.
Entrare in quei locali riporta di colpo agli anni cinquanta. Una casa di persone colte, dove libri, quadri e arazzi sbucano ovunque. Non però una casa di intellettuali, ma di persone comuni.
Oggi è un giorno di festa a Morazzone, perché quella villa, adagiata subito di fianco alla chiesa di Sant’Ambrogio ha riaperto le proprie porte per mostrarsi subito prima l’avvio dei lavori di restauro.
Il Fai l’ha avuta in dono insieme con una somma di denaro lasciata in eredità da Marialuisa Macchi.
Una festa aperta da Giuseppe Armocida nei panni del gran cerimoniere per la presentazione del progetto del Fondo Ambiente Italiano per la Casa Macchi di Morazzone.
Biblioteca stracolma di cittadini, studenti e amministratori per ascoltare il sindaco Matteo Bianchi, Roberto Maroni, Marco Magnifico, Cristina Cappellini, Martina Sarraggiotto e Diego Dalla Gasparina.
“Il tentativo di riqualificazione ha introdotto Bianchi – che parte da casa Macchi è quello di dare valore a tutto il centro storico del paese. Ora, insieme con le istituzioni è importante il coinvolgimento della cittadinanza per fare di Morazzone un primo attore per gli aspetti culturali e artistici”.
La signorina Marialuisa Macchi ha lasciato la sua villa al Fai che sarà il gestore di Casa Macchi.
“Il bene comune – ha detto Marco Magnifico, vice presidente del Fai – non è lasciato solo alle istituzioni, ma anche alle associazioni, alle persone. Il Fai è al servizio della cittadinanza per gestire questo bene. Un modello economico che ha aumentato il benessere si è rivelato sbagliato e ha ucciso i centri storici. Oggi rivitalizzare questi fa emergere il grande bisogno di socialità. Si crea lo spirito delle comunità. Un progetto come Casa Macchi riporta il sangue nelle vene del centro di Morazzone. Questa villa non ha niente di grande pregio, ma racconta la vita reale della gente. Il bello di questo centro storico è che è rimasto intatto. Casa Macchi sarà un luogo dove racconteremo la storia semplice, quotidiana fatta di tradizioni e abitudini. Non sarà un museo, sarà la casa con la vita che scorreva in una famiglia colta, ma normale. La signora non era mai più entrata nella sua villa. Così l’abbiamo trovata come venne lasciata quarant’anni fa. C’erano delle ragnatele come opere d’arte. Il restauro sarà rispettoso di quello che era la casa. L’ingresso sarà una merceria e da lì si potrà fare il biglietto per entrare”.
I protagonisti della storia di Villa Macchi
Diego Dalla Gasperina ha illustrato la storia della famiglia Macchi.
“Nel 1898 venne acquistata la villa. Leonilde e Carlo Macchi si sposarono nel 1922 e vanno a vivere a Morazzone. Due anni dopo nacque Marialuisa. La nonna Adele Bottelli fu protagonista della vita della villa fino al 1964. Da allora protagonista diventò la signorina”.
Il presidente Maroni ha concluso poi l’incontro dando così l’avvio alla visita guidata. “Il valore della casa sta nel darci un’idea come fosse la vita da queste parti. Una Lombardia che oggi guarda all’innovazione e al futuro, ma che ha forti tradizioni”.
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