La basilica ritrova luce: tolti i ponteggi ricompaiono i colori originali

Completato il primo lotto: da alcuni giorni si vede la parte di volta ripulita, presto saranno visibili anche le colonne. E intanto si allestisce il museo che racconta il restauro a tutta la città

La Basilica di Gallarate ritrova luce, giorno dopo giorno: succede dietro ai ponteggi del cantiere di restauro, ma dopo mesi di intensi lavori l’avanzamento e la rimozione dei ponteggi inizia a offrire alla vista dei fedeli e dei cittadini gallaratesi la rinnovata veste e le vive cromie della decorazione. Se n’è accorto chi è passato in Basilica negli ultimi giorni e ha potuto apprezzare la porzione in corrispondenza all’ingresso dell’edificio religioso, con la volta tornata luminosa, con i colori dell’oro e del blu.

«Colori e luminosità che ci rallegrano e ci ricordano l’esistenza di un patrimonio per cui dobbiamo ringraziare i gallaratesi che un secolo e mezzo fa scelsero il meglio per la basilica» spiega monsignor Ivano Valagussa, decano della città e parroco di Santa Maria Assunta. «Il restauro è qualcosa desiderato da tempo, fin dai tempi di monsignor Piantanida e poi con monsignor Carnevali»: negli anni Ottanta fu restaurato il campanile, negli anni Duemila fu ripristinata la facciata e si tornò a intervenire sulle coperture (con l’intervento della ditta altoatesina Hell, specializzata in lavori in alta quota).Gli interventi all’interno si erano limitati invece ad alcuni affreschi, in attesa di mettere mano complessivamente alle enormi superfici interne (8500 metri quadri).

«Il restauro – ha ricordato ancora monsignor Valagussa – è stato reso possibile grazie ad un lascito che ci ha permesso di avviare l’intervento, ora siamo chiamati anche a sostenere questo impegno importante». La parrocchia ha affiancato questo impegno storico-culturale a quello caritativo (85 le famiglie seguite su vari aspetti, oltre a quelle che ricevono aiuti in alimenti), come tiene a sottolineare proprio il parroco e decano della città: «Questo impegno anche dal punto di vista economico non fa venire meno l’impegno della carità. Questo restauro è un restauro di due mense, quella dell’Eucarestia e quella del povero:due mense che non possiamo separare».

Il restauro rappresenta un evento eccezionale per la sua portata storica e per la qualità e l’innovazione che ne caratterizzano ogni singolo aspetto tecnico e scientifico. È anche un progetto che la parrocchia ha deciso di raccontare passo passo, con una serie d’iniziative culturali che coinvolgono i fedeli, la cittadinanza, le associazioni e le scuole: la Basilica non solo come edificio religioso, ma anche come riferimento iconografico dell’intera città e monumento con una propria storia artistica ed architettonica densa di contenuti meritevoli di valorizzazione e di conservazione per tutte le generazioni gallaratesi presenti e future.

Il restauro della Basilica Santa Maria Assunta a Gallarate: il primo lotto

In questi mesi i lavori hanno interessato l’area dell’edificio più vicina alla controfacciata e ai tre portoni d’ingresso: le maestranze dell’impresa Gasparoli (che ha sede proprio a Gallarate) hanno curato la pulitura, riaggregazione e integrazione pittorica di dipinti, stucchi, dorature. In particolare la pulitura, che è una delle operazioni più delicate, ha previsto una estesa campagna di prove per mettere a punto le metodologie più adatte: dopo una iniziale aspirazione delle polveri, la pulitura è stata eseguita con impacchi di polpa di carta per estrazione sali solubili, carta giapponese e acqua distillata, gomme wishab o mollica di pane (senza lievito e sale) in relazione al diversificato stato di conservazione dei supporti. Un discorso a parte hanno richiesto gli stucchi con dorature, in diverse parti degradate o in fase di distacco. Si è provveduto alla integrazione delle parti perdute con nuovi elementi realizzati a calco con gomme siliconiche.

«È il lotto “campione”, perchè consente di verificare tutti i metodi di pulitura, quelli indicati e quelli che realmente si potevano utilizzare: ogni tecnica è stata provata e campionata» spiega l’architetto Angela Baila, direttore dei lavori. In alcuni casi solo una volta arrivati in alto con i ponteggi si sono potute verificare le reali condizioni della decorazione (anche perchè molti interventi di restauro e integrazione in un secolo sono stati documentati su carta, ma altri erano sconosciuti).

Restauro della basilica Gallarate primo lotto
La parte di volta già restaurata

«Uno degli aspetti più complessi negli interventi per lotti e su grandi superfici – spiega Marco Gasparoli, direttore di cantiere della Gasparoli srl – è garantire creare una omogeneità d’intervento, con la necessità di armonizzare le capacità e il modo di operare dei singoli restauratori (10-12 presenti in media ogni giorno sul cantiere, ndr). È la difficoltà di operare per lotti, una modalità che è però necessaria per garantire l’uso dell’edificio».

Il lavoro di ripulitura e di restauro mirato ha consentito anche di riscoprire le dominanti rosacee delle colonne, che sono coperte di stucco luciod a imitazione del granito di Baveno, ma che fino ad oggi si presentano coperte da una intonacatura grigia (risalente al restauro del 1961 o a un intervento successivo: nei prossimi giorni, man mano che il ponteggio sarà smontato, anche le colonne saranno visibili a tutti.

Il “racconto” del restauro della basilica Santa Maria Assunta di Gallarate

BASILICA_PRESENTAZIONESeguendo lo slogan coniato per l’iniziativa del restauro (“La Basilica è parte di te”) sono state avviate una serie di attività che coinvolgono il tessuto umano del territorio gallaratese. Un’apposita commissione parrocchiale ha strutturato ed incentivato la partecipazione attiva di studenti, associazioni e cittadini in un vero e proprio cantiere didattico che ha contagiato e stimolato la creatività e la progettualità di tante persone. Per quanto riguarda le scuole si è registrata la partecipazione attiva di diversi istituti scolastici cittadini: il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”, l’istituto Falcone, l’Isis Andrea Ponti e l’istituto Gadda Rosselli, che hanno avviato alcune attività di studio e di approfondimento su temi conformi alle linee didattiche e coerenti con il progetto di restauro della Basilica. Tra le iniziative già svolte in questi ultimi mesi occorre evidenziare quella del settore Scuola Educazione Fai, realizzata a inizio dicembre, che sotto la guida degli studenti del Gadda Rosselli ha visto coinvolti 600 studenti delle scuole primarie cittadine nella visita della Basilica (vedi qui). Un’altra attività degna di menzione è la collaborazione degli studenti dell’indirizzo grafico e fotografico dell’istituto Falcone per la realizzazione del materiale di comunicazione destinato a veicolare i lavori di restauro. «Ogni scuola superiore fornisce il suo contributo sulla base delle proprie competenze» spiega Marina Bianchi, dirigente del Falcone e referente degli istituti per questo progetto.

Restauro della basilica Gallarate primo lotto
I ponteggi del secondo lotto: la parte di volta che si vede è ancora da restaurare

Giovedì 16 febbraio, in corrispondenza del completamento del ponteggio per l’avvio del secondo lotto dei lavori di restauro della Basilica, la parrocchia Santa Maria Assunta ospiterà Mons. Giancarlo Santi – Direttore Ufficio Nazionale CEI beni culturali ed ecclesiastici – che, in occasione di una conferenza, ci aiuterà a presentare e commentare i risultati del primo lotto di lavori.

La mostra permanente sul restauro della Basilica Santa Maria Assunta di Gallarate

All’inizio del mese di marzo, inoltre, verrà inaugurato il nuovo spazio museale ospitato nei locali ristrutturati di via Postcastello. Un luogo che verrà messo a disposizione della cittadinanza per esporre e condividere l’intero progetto del restauro della Basilica. Sarà occasione di confronto, di approfondimento non solo degli aspetti storici e culturali legati all’edificio ma anche delle tecniche innovative impiegate quotidianamente dall’azienda.
«Sarà organizzata su due sezioni: da un lato la storia della basilica, il lavoro progettuale, il nuovo altare, dall’altro un’area dinamica che ospiterà nel tempo laboratori e lavori svolti dalle scuole» spiegano Lucia Rossi e Antonio Aliverti, della commissione della parrocchia.
Lo spazio museale di via Postcastello sarà poi la sede da cui partiranno le visite organizzate finalizzate a far vivere il restauro al maggior numero possibile di cittadini gallaratesi.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 10 Febbraio 2017
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