La lotta sempre più difficile alla corruzione, secondo Corradino

Il Commissario Anac Michele Corradino ospite per Filosofarti alla Ubik: "La vera vigilanza oggi è fatta insieme ai cittadini"

Filosofarti 2017

«A me frega solo dei soldi… Non mi sento affatto sporco». Con questa e tante altre frasi pronunciate da persone intercettate e poi processate per corruzione, Michele Corradino presenta il suo libro ‘E’ normale… lo fanno tutti’ presso la libreria Ubik di Busto Arsizio. Il periodo storico non è assolutamente casuale: oltre a essere il mese di Filosofarti, il febbraio di quest’anno cade un anniversario non proprio felice, ovvero i 25 anni dalla nascita di Mani Pulite, l’inchiesta che scoperchiò il sistema corruttivo presente in quasi ogni ambito della società italiana.

Corradino, oltre a ridare il giusto valore a quell’inchiesta (oggi screditata da buona parte del mondo politico e giornalistico, in nome di un revisionismo storico quanto meno discutibile), sottolinea come la situazione non sia molto migliorata e come i casi di corruzione siano diventati più difficili da scoprire: «Rispetto a 25 anni fa, quando i controlli erano meno diffusi, se non inesistenti, adesso le persone sono più accorte» (opinione peraltro condivisa con il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Piercamillo Davigo). «Inoltre, la tangente vera e propria è ormai difficile da scovare; l’atto del corrompere si può svolgere in diversi modi, addirittura con l’istituzione di società in modo da poter portare i soldi all’estero». Corradino cita l’esempio estremo di un’intercettazione ambientale in cui si sente una persona sbeffeggiare – ascoltando un Tg – un indagato sorpreso con la mazzetta in tasca.

Corradino vuole lanciare un messaggio alle scuole,«l’ambiente dove meglio si può combattere la corruzione, dando ai ragazzi la consapevolezza della gravità del reato, che danneggia in primis il loro futuro». Cita la classifica della percezione della corruzione, che vede l’Italia al 67° posto: «Questa classifica, pur conservando qualche perplessità su di essa, è uno dei motivi principali della fuga di cervelli in Italia; i giovani di questo Paese, convinti che la meritocrazia sia spesso sacrificata per via della forte presenza della corruzione, se ne vanno all’estero».
Corradino spiega poi come la corruzione sia un fatto culturale e in alcuni casi addirittura famigliare: «Abbiamo trovato intercettazioni in cui una madre spiegava al figlio il perchè fosse giusto essere corrotti, cose da pazzi. Ma è ovvio che, se i cattivi maestri sono in famiglia, è difficile uscirne».
«I modi migliori per difendersi dalla corruzione – secondo Corradino – sono la vigilanza e il controllo da parte degli stessi cittadini. Oggi, per fortuna, la trasparenza è maggiore rispetto a qualche anno fa; molte aziende e, per legge, le stesse istituzioni pubblicano molti documenti online (verificabili dai cittadini grazie al foia, ovvero il ‘freedom of information act’)”. L’ideale sarebbe, per il commissario dell’Anac, avere un sistema simile a quello americano, dove le aziende e le istituzioni pubblicano stipendi, rendiconti e documenti tramite un sistema uguale per tutti ed estremamente chiaro.Corradino, infine, chiarisce le funzioni dell’Anac, l’associazione nazionale anti corruzione, guidata dal magistrato Raffaele Cantone: «Agisce tramite l’analisi di società partecipate e controllate dalla pubblica amministrazione, anche mediante l’attuazione della trasparenza in tutti gli aspetti gestionali, nonché mediante l’attività di vigilanza nell’ambito dei contratti pubblici, degli incarichi e comunque in ogni settore della pubblica amministrazione. Finora ha avuto un impatto molto positivo».

Questo articolo rientra nel progetto del Social Team di [OC] Officina Contemporanea, la rete per la cultura a Gallarate

Marco Caccianiga

Pubblicato il 24 Febbraio 2017
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