La primavera in fiore alle Pizzelle

Il consueto reportage naturalistico del martedì, proposto dal nostro lettore Teresio Colombo

Teresio Colombo alle Pizzelle

Il reportage naturalistico del martedì, proposto dal nostro lettore Teresio Colombo

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In gita alle Pizzelle 4 di 19

Mercoledì 29/3 ho pensato di andare alle Pizzelle per raccoglier un minimo di materiale fotografico che supportasse l’articolo che ho pensato per la prossima settimana i preparativi per l’uscita gli ho preparati la sera del 28, perché l’intervallo per ricercare il materiale è di non più di due ore e 30 minuti poiché l’arrivo a piazza Pogliaghi è previsto per le ore 8.45 e la ripartenza deve essere fatta con l’autobus delle 11.30 le condizioni mi sembrano un poco restrittive per un periodo con vegetazione ancora scarsa. Arrivato al piazzale decido di salire dal sentiero a fianco del ristorante del Ceppo, la salita non risulta faticosa, ma mi convince che oltre alle primule e alle viole non ci debba essere altro da fotografare, anche li prato che intravvedo sulla mia destra non ha fiori e quindi va scartato come via di discesa arrivo così al pratone dominato dalla fioritura del Prugnolo selvatico (Prunus spinosa) (01,02) una rosacea presente in tutto il territorio del Parco ma che in alcuni punti si presenta con numerosi cespugli che sembrano messi apposta come barriere naturali agli animali al pascolo, attualmente è forma superata perché il pascolo viene utilizzato in realtà meno rischiose per gli animali e con possibilità di abbeveramento in loco del bestiame, si notino soprattutto nella foto 02 gli spini tipici di questa varietà di prugnolo che renderanno rischioso il distacco dei piccole bacche di pruno quando saranno mature. Vicino alla siepe di pruni selvatici si possono notare due arbusti di Pero corvino (Amelanchier ovalis) (03,04) che, come il precedente, appartiene alla famiglia delle rosacee, come si vede dalle foto, i boccioli stanno per aprirsi e invito i lettori a vederselo nella settimana prossima in piena fioritura, anche questa pianta è assai comune nel Parco il frutto è una bacca del diametro da due a 5 mm contenente semi molto apprezzata dai volatili; prima di allontanarmi da questo magnifico posto noto una notevole presenza di Euforbia calenzuola (Euphorbia helioscopia) (05,06) di cui qualcuna ha cominciato ad aprire il propri stelo fiorale, il Lauber nel testo sulla flora elvetica la indica come pianta tossica. Terminato di fotografare i fiori di questa parte decido di procedere verso l’alto seguendo il sentiero per il Campo dei fiori e appena mi sono incamminato per questo sentiero ho visto tantissimi esemplari di Poligala falso bosso (Polygala chamaebuxus) (07,08) con i petali bianchi ma anche violetti ma comunque emananti un profumo intenso ma con effetto distensivo tale che non si fatica a credere che in occasione di visita alle puerpere ci fosse l’usanza di recare in omaggio un mazzolino di fori di poligala che avrebbe favorito la montata lattea; poco più avanti vedo uno stelo di Cicerchia primaticcia (Lathirus vernus) (09) una leguminosa portante alcuni fiori quasi tutti impollinati come si vede dal cambio di colore dal lilla al blu fenomeno tipico per le borraginacee ma del tutto eccezionale per le leguminose. Vado ancora più in alto e vedo una serie di Maggiociondoli di montagna (Laburnum alpnum) (10,11) ovviamente la pianta è ancora in abito invernale, cosa che ci permette più facilmente di vederne le caratteristiche che sono un colore più grigiastro nel tronco dove dono assenti le macchi rosso brunastre tipiche del maggiociondolo comune sostituite da macchie verdi cupe, altra caratteristica è data dal baccello molto più corto contenente non più di 4semi; altra pianta dioica vista è il Ginepro comune (Juniperus communis) (12,13,14) che in questa stagione mostra le piante femminili con i frutti dell’anno precedente costituiti da piccole bacche verdi e che in questo anno sono destinate a completare la maturazione assumendo la tipica colorazione bluastra, mente le piante maschili si preparano con i loro fiori ad impollinare quelle femminili la cui fioritura è però successiva. Mi accingo a scendere quando noto un colore giallo, sulle rocce a circa 2 m sopra di me la mia curiosità mi spinge a lasciare le racchette e salire quanto basta per poter cedere che si tratta di una Cinque foglie primaticcia (Potentilla neumanniana) (15) una rosacea abbastanza camune sulle rocce calcaree. Ormai sulla via del ritorno un inaspettato Ramarro corre sui rami e non faccio a tempo a riprenderlo, la stessa cosa mi era successa per un gracchio che era volato sopra la mia testa in prima mattinata devo essere molto più veloce e attento per documentare la presenza di animali,
teresio colombo

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Pubblicato il 04 Aprile 2017
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