Prince, Cunardo e quella sera al concertone di Milano

È passato un anno dalla morte del grande cantante americano, ma non tutti sanno che l’artista di Minneapolis ebbe un legame col Varesotto. Il ricordo di chi lo incontrò al camerino del Palatucker

Avarie

Il 21 aprile di un anno fa moriva a Chanhassen, non lontano dalla sua Minneapolis uno dei più grandi cantanti e musicisti americani di sempre, Prince, al secolo Prince Rogers Nelson.

Milioni di fan in tutto il mondo lo piangono, ma non tutti sanno che Prince aveva un legame anche con casa nostra, dove a un passo dalla Svizzera abitano molti parenti della sua seconda moglie, Manuela Testolini, che sposò alle Hawaii nel 2001 e da cui si separò nel 2006.

Manuela nacque a Toronto nel 1976 ed è figlia di Giovanni Testolini per anni residente a Cunardo: maitre d’hotel, lavorò in tutto il mondo si trasferì in Canada, dove oggi tuttora vive.

Qui a Cunardo risiedono diversi zii di Manuela, oggi sposata col cantante Eric Benet «ma qui da noi era di casa, è venuta tante volte e la conosciamo bene», spiega Graziano Carlotto: sua moglie è prima cugina di Manuela.

«Era, ed è una ragazza molto bella e ricordo che mi raccontava come si conobbero: fu in un locale a Toronto dove Prince si stava esibendo: la chiamò sul palco e scattò l’amore. Si sposarono a Maui, Hawaii, nel 2001. La loro storia andò avanti cinque anni».

Ma è vero che Prince venne anche dalle nostre parti, a Cunardo? «No, questo non mi risulta – racconta Graziano, che ha 60 anni e fa l’ambulante – . Ma mi ricordo del concerto del 2002, a Milano».

Era una star da anni sulla cresta dell’onda. E quando si diffuse la voce che il tour mondiale l’avrebbe portato a Milano, i seguaci del papà di Purple Rain impazzirono di gioia.

Tra loro, naturalmente, anche Graziano. «Quella sera abbiamo dormito al Principe di Savoia: avevamo una suite tutta per noi, amici e parenti. L’altra era per Lui. Ricordo quel concerto, lo ricordo bene: la gente impazziva, e il Palatucker esplodeva di luci e suoni. E ricordo anche la limousine che ci venne a prendere sotto l’albergo e ci portò direttamente al concerto. Fu una serata indimenticabile».

Graziano, lì, conobbe Prince. «Dopo il concerto andammo a trovarlo nel camerino e scambiammo qualche parola tradotta in inglese da Manuela, che parla un po’ anche l’italiano. Lo ricordo come una persona molto affabile, ma estremamente riservata: amava il palco, ma non tanto le foto».

«Il giorno dopo partì per la Germania, e non lo vidi più – conclude Graziano – . Invece Manuela si fermò con noi, venne a Cunardo e andammo a mangiare tutti assieme a Marchirolo».

Due anni dopo, la rivista Rolling Stone, inserì Prince al 27º posto nella lista dei 100 migliori artisti del mondo.

Dice wikipedia che il 15 marzo 2004 Prince entra nella Rock and Roll Hall of Fame. Alicia Keys l’ha presentato così: «Ci sono molti re. Re Enrico VIII, Re Salomone, Re Tut, Re James, King Kong e i three kings. Ma c’è solo un ‘Prince’».

Anche Graziano la pensa così: c’è un solo Prince, quello della Manuela e di quella indimenticabile notte di Milano.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Aprile 2017
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