Tumori indotti da virus, un riconoscimento alla ricerca varesina
Dal Giappone premio al professor Roberto Accolla, ordinario di Patologia Generale dell’Università degli Studi dell’Insubria, per le sue ricerche
Un prestigioso riconoscimento internazionale è stato attribuito in Giappone al professor Roberto Accolla, ordinario di Patologia Generale dell’Università degli Studi dell’Insubria, per le sue ricerche nell’ambito dei tumori indotti da virus.
Il professor Accolla, direttore dei Laboratori di Patologia Generale e Immunologia del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, è stato insignito del premio per il miglior contributo clinico e per le sue ricerche innovative nel campo delle malattie indotte da infezioni da retrovirus oncogeni umani, in occasione del 18° Congresso Mondiale della International Retrovirology Association (IRVA) tenutosi a Tokio dal 7 al 10 marzo 2017.
«Il riconoscimento – spiega il professor Accolla – è stato attribuito per la nostra recente scoperta, pubblicata nella prestigiosa rivista scientifica PLoS NTD, riguardante l’espressione differenziale e la localizzazione subcellulare della proteina oncogenica HBZ del virus HTLV-1 in pazienti infetti. Il virus HTLV-1, il primo retrovirus oncogeno umano scoperto agli inizi degli anni ’80, ha infettato attualmente più di 20 milioni di persone al mondo ed è l’agente causale, nel 5-7% dei soggetti infettati, di una leucemia delle cellule linfocitarie T umane nell’adulto allo stato ancora intrattabile da un punto di vista clinico e letale in pochi mesi.
Gli effetti dell’infezione da parte del retrovirus HTLV-1 – continua il docente – si fanno sentire anche sul sistema nervoso producendo nel 4-5% dei soggetti infettati una sindrome infiammatoria cronica altamente debilitante, anch’essa dall’esito infausto, che prende il nome di Paraparesi Spastica Tropicale o TSP perché molto diffusa nelle regioni tropicali e nella regione subsahariana».
Il gruppo diretto dal professor Accolla – e in particolare il dottor Marco Baratella, dottorando di Medicina Sperimentale e Traslazionale, e la dottoressa Greta Forlani, ricercatrice del laboratorio di Patologia Generale e Immunologia – ha dimostrato che la proteina virale HBZ è espressa specificamente nel citoplasma delle cellule dei pazienti con Paraparesi Spastica Tropicale, mentre non è espressa o si localizza in altre sedi in tutti gli altri soggetti infettati dal virus, inclusi i pazienti leucemici.
«Questa scoperta rappresenta quindi la prima dimostrazione dell’esistenza di un marcatore a localizzazione definita nella malattia neurologica e permette quindi di formulare la diagnosi di Paraparesi Spastica Tropicale indotta da virus in maniera precisa e specifica. Inoltre, il fatto di avere a disposizione questo criterio diagnostico molecolare e cellulare ci permetterà – continua il professor Accolla, di comprendere meglio la patogenesi della malattia e di definire molto più precocemente l’evoluzione dell’infezione verso la sindrome neurologica invalidante, dandoci quindi la possibilità di approntare in un futuro prossimo mezzi terapeutici più appropriati per interrompere o ritardare in maniera significativa la malattia stessa».
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