Pilota della droga: 5 anni a imprenditore di Angera

Condannato a Torino Pasquale D'Ambrosio, l'uomo che gestiva il bar La Noce, andato misteriosamente a fuoco la settimana scorsa

aereo droga angera

Un volo dall’Albania all’Italia, trasportando marijuana per conto di una banda di spacciatori italo albanesi. E’ per questa accusa che Pasquale D’Ambrosio, 60 anni, noto ristoratore di Angera, è stato condannato dal tribunale di Torino a 5 anni di reclusione e 15mila euro di multa. Con interdizione legale e interdizione dai pubblici uffici. Si tratta dell’imprenditore che fino al 2015 gestiva il lido la Noce di Angera, andato misteriosamente a fuoco la settimana scorsa e adesso gestito da una società in cui risulta essere presente anche un familiare.

I giudici hanno disposto la confisca di tutti i telefoni cellulari sequestrati a D’Ambrosio e alla ex moglie, nonché del denaro contante e delle Sim cards. Ma non dell’aereo privato con il qualche D’Ambrosio, secondo le accuse, ha effettuato il viaggio incriminato per il trasporto di droga. L’uomo, nel complesso, ha però ottenuto due assoluzioni per altrettanti episodi in cui avrebbe tentato di importare droga con l’aereo. E’ decaduta, inoltre, l’accusa di far parte di un’associazione per delinquere.

Sono tre gli episodi specifici oggetto del processo, e precisamente due tentate importazioni di sostanza stupefacente del tipo marijuana, avvenute rispettivamente in data 7 maggio 2015 e primo settembre 2015 (per questi episodi il fatto non sussiste). In un caso il pilota angerese non incontrò nessuno (fu trattenuto da un inconveniente) mentre nel secondo caso fu fermato per un controllo a Gattinara, poco dopo l’atterraggio, ma nel velivolo non c’era nulla (gettò via però un telefono che venne usato dagli inquirenti come prova, inoltre sotto il sedile e nella cloche erano stati ricavati dei vani per contenere qualcosa).

D’Ambrosio è stato incastrato (almeno stando ai giudici di primo grado) a causa dei racconti contenuti nei messaggi dei cellulari sequestrati ai suoi presunti complici: una consegna avvenuta il 4 giugno 2015, infatti, è stata desunta dai messaggi che gli indagati si son scambiati con i loro cellulari: ne emergono una serie di conversazioni in cui si racconta chiaramente che quel giorno, i soggetti intercettati, hanno portato a compimento un’importazione di 76 chili di sostanza stupefacente di marijuana dall’Albania all’Italia.

Il ristoratore di Angera, proprietario di un aereo ultraleggero marca Dynamic, detenuto ancora ai domiciliari dopo un periodo passato in carcere, sarebbe stato incaricato del trasporto da Rosario Campisi, un siciliano che rappresentava il suo tramite con l’organizzazione, e da Maksim Llanaj, in pratica i due capi. Da Gattinara fece scalo a Torre sant’Andrea (Lecce). La mattina seguente partì per l’Albania dove ricevette, da un fornitore albanese sconosciuto, i 76 chilogrammi che occultò nell’apparecchiatura del velivolo. Il giorno stesso giunse fino a Gattinara (Vercelli) dove il carico venne preso in consegna da Rosario Campisi e dagli albanesi Maksim Llanaj e Gezim Borakaj. Questi ultimi portarono la droga a Torino, la piazza nella quale vendettero il roba e dove sono da tempo attivi.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 13 Giugno 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.