Dal Villaggio Cagnola alla Palude Brabbia a caccia di fiori

Nelle sue tradizionali camminate, Teresio Colombo ci porta alla scoperta di due luoghi molto conosciuti

Villa Cagnola e Palude Brabbia - a spasso con Teresio Colombo

Il giorno 9/7 mia figlia Lidia ci offre un passaggio in auto per la destinazione che vorremmo scegliere, vista la situazione del tempo e sentito il parere di moglie e figlia la scelta è per il parco del villaggio Cagnola alla Rasa di Varese, appena arrivati saliamo lungo il sentiero principale troviamo il Centauro maggiore (Centaurium erythraea) (01) la pianta appartenente alla famiglia delle genzianacea, è in piena fioritura cosa che mi consente di individuare il soggetto da fotografare quello più completo nel quale è visibile sia la rosetta basale di 4 foglie più larghe rispetto a quelle dello stelo fiorale e meno appuntite; poco distante vedo abbarbicata alla roccia la Cinquefoglie penzola (Potentilla caulescens) (02) la rosacea che in questo periodo è normale trovare fiorita sulle rocce calcaree; anche l’Aglio delle streghe (Allium carinatum) (03) è ormai in piena fioritura e lo riprendo, poiché comincia a gocciolare decidiamo di tornare alla macchina. La pioggia sembra cessata per cui scegliamo il laghetto di Brinzio come nuova meta per trascorrere la mattinata e qui ho la sorpresa di trovare l’Olmaria comune (Filipendula olmaria) (04) una rosacea comune ai bordi degli acquitrini dove può svilupparsi fino a 2 m di altezza, purtroppo ricomincia a piovere per cui non ci rimane che tornare a casa.

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Fiori alla palude Brabbia 4 di 15

Il giorno 10/7 accompagnato dal giovane Losseinì, ci rechiamo presso la Palude Brabbia dove spero di trovare l’erba vescica e così fare un articolo sulle piante carnivore spontanee nella nostra provincia, Losseinì rimane meravigliato dell’organizzazione funzionale alla osservazione, io abbandono la mia ricerca e vado ad osservare la vegetazione dalle apposite aperture del canneto e vedo e riprendo parecchie isole naturali formate da ammassi di piante di Ninfea comune (Nynmphea alba) (05,06) questa pianta spontanea nei luoghi d’acqua ferma appartenente alla famiglia delle ninfeacee è stata coltivata per  usi ornamentali mentre non sussistono tracce dell’impiego locale della ninfea per le sue proprietà sedative; prima di allontanarmi dal luogo di osservazione non posso trascurare il cespuglio di Gigli di San Giuseppe (Hemerocallis fulva)(07,08) una gigliacea di origine cinese ormai naturalizzata nella zona lacuale della Provincia; ci allontaniamo da questo punto di osservazione ma subito incontriamo una pianta  do Ortica comune (Urtica dioica) (09,10) questa pianta perenne comune nei luoghi incolti possiede ottime qualità come alimento (mia moglie prepara minestre con le foglie di ortica fresca)ma notevoli sono le sue capacità di stimolare la digestione, la radice ha funzioni diuretiche, insomma si tratta di una pianta che meriterebbe una attenzione diversa da quella che sovente gli riserviamo. Scegliamo di andare al capanno di osservazione e lungo il sentiero che ci conduce notiamo la fioritura della Verbena comune (Verbena officinalis) (11) questa piantina che si ritrova su tutti i sentieri, un tempo era chiamata “erba di tutti i mali” addirittura Giulio Cesare ritenne opportuno importarla dalla Gallia ove era ampiamente utilizzata dai Druidi e la fece inserire nella farmacopea romana, attualmente è del tutto trascurata soprattutto per l’insignificanza dei sui minuscoli fiori; altra pianta che troviamo è la Piantaggine maggiore (Plantago major) (12) che ci ricorda quante delle piccole pannocchie abbiamo disfatte da bambini per trarci addosso i piccoli semi, mentre le nostre madri erano alla ricerca delle foglie tenere per prepararci l’insalata o le foglie più vecchie per dare colore alla minestre; sono attratto da una macchia rosea si tratta di un cespuglio di Crotonella fior di cuculo (Silene flos-cuculi) (13) questa cariofillacea, comune in tutta Europa è da qualche anno in rapida riduzione, almeno qui nel varesotto; ancora una piccola macchia rosea si tratta di alcune piantine di Millefoglio roseo (Achillea roseoalba) (14) che costituisce una variante del millefoglio mantenendo le stesse caratteristiche sul piano farmaceutico, in particolare la capacità di arrestare la fuoriuscita del sangue se spremuta sulle ferite; una macchia violetta ci attrae, la raggiungiamo e verifichiamo che trattasi di macchia di Veccia pelosa (Vicia villosa) (15,16) una leguminosa sempre più rara nei nostri prati; raggiungiamo la passerella che ci consente di accedere al punto di osservazione quando incontriamo un gruppo di piante di Balsamina minore (Impatiens parviflora) (17) originaria della Siberia e introdotta in Europa solo dopo la grande guerra del 1914/18. Arrivati al punto di osservazione constatiamo che non c’è traccia della fioritura dell’altea che è il motivo oltre la fioritura dell’utricolaria che ci ha spinti fin qui non è stato realizzato.

Teresio Colombo

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Pubblicato il 18 Luglio 2017
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