Nel parco del Campo dei Fiori: dove spuntano le “betoniche”
Tra le Pizzelle e il Villaggio Cagnola alla Rasa in cerca di fiori e arbusti
Il giorno 23/6 accompagnato dall’amico Losseinì in piazzale Pogliaghi, dove parcheggiamo l’auto per poi salire alle Pizzelle dal sentiero che parte dopo il bar “ il Ceppo” che inizia con dei gradini, subito incontriamo un grosso tubo che il terreno instabile ha da anni messo allo scoperto, dico al mio compagno che deve trattarsi di un collegamento fra l’acquedotto e le abitazioni di Santa Maria del Monte che successivamente vedremo, intanto vediamo qualche esemplare di orchidea cefalantera bianca che è arrivata al seme, non ancora maturo, procedendo di buon passo arriviamo al pratone dove subito abbiamo modo di vedere una Prunella delle Alpi (Prunella grandiflora) (01) questa volta la classificazione è stata facilitata dalla presenza nello stesso luogo di esemplari di prunella comune e solo la vicinanza fra i due esemplari consente una corretta valutazione delle dimensioni della piantina nonché dell’inclinazione dei singoli fiori che caratterizzano le due specie.
Vicino ad esse ritrovo un bel cuscino di Moheringia muscosa (02) il nome latino è il medesimo per questa cariofillacea che ho trovato nel parco sempre oltre i 900 m di altezza non è facile trovare traccia di descrizioni anche internet è abbastanza avaro di indicazioni penso che la rarità della pianta, le sue dimensioni ridotte, la fioritura di poca durata sono fra le cause che hanno fatto sì che non ci sia stato interesse per questa pianta da parte dei non specialisti; qualche metro più in avanti con una maggiore esposizione alla luce alcune piante di Astranzia maggiore (Astrantia major) (03) questa ombrellifera comune oltre gli 800 metri che avevo trovato anche la scorsa settimana ma più in alto e in un bosco con maggiore quantità di ombra ma non l’ho pubblicata ritenendo che il suo processo di fioritura fosse incompleto.
A questo punto scegliamo di procedere lungo il sentiero principale che però alle prime pareti rocciose con angolatura superiore a 70° rispetto al piano del sentiero ci mostra una macchia di fiori con una rosea corolla, personalmente rinuncio a salire ma l’amico Losseinì dice che può facilmente raggiungere i fiori e fotografarli, si tratta di Centauro maggiore (Centaurim erytrea) (04) una genzianacea pianta considerata fra le officinali sin dall’antichità, dai nostri anziani conosciuta col nome di cacciafebbre attualmente ricercata soprattutto per la produzione di amari con benefici effetti sul fegato; prima che scenda chiedo a Losseinì che faccia le foto al Tiglio selvatico (Tillia cordata) (05,06) ed ai suoi fiori, fortunatamente mia moglie è rimasta a casa, altrimenti avrebbe colto i fiori per somministramene una tazzina di infusione calda al primo colpo di tosse; a bordo del sentiero spunta una bella pianta di Erba amara di boschi (Tanacetum corymbosum) (07), l’infiorescenza è simile a quella delle margherite ma la pianta, le grandi foglie pennatosette e luogo di crescita non ne consentano la confusione in particolare si ricorda che da una varietà di tanaceto si ricava un insetticida per animali a sangue freddo non dannoso per l’uomo; proseguendo sul sentiero incontriamo una piantina di Ononide strisciante (Ononis repens) (08) che è una leguminosa che cresce nei prati secchi come l’ononide spinosa ma molto più rara da trovare.
Arrivati al passo incontriamo una Manina rosea (Gymnadenia conopsea) (09) questa bella orchidea di buone dimensioni, la spiga da sola è di circa 20 cm. Ci incamminiamo per il sentiero che ci porterebbe a fontana Rossa, scelgo questo sentiero sicuro di ritrovare i gigli Martagone e con la speranza di ritrovare qualche orchidea dactiloriza, di gigli martagoni ne ho ritrovati 4 perchè sapevo dove fossero, tutti privi dei fiori.
A questo punto scelgo di incamminarmi per il sentiero del masso caduto, Losseinì mi chiede il motivo della caduta e l’epoca presumo che il masso sia caduto all’epoca degli scavi delle fondamenta del grande albergo, oppure della stazione della funicolare. Sembrerebbe poter escludere le cause naturali. Dopo queste elucubrazioni scegliamo di tornare seguendo il sentiero che passa a monte delle Pizzelle, arrivati in cima scegliamo il sentiero sulla destra nascosto da fitta vegetazione di arbusti è lungo questo sentiero che ho ritrovato un esemplare di Caprifoglio alpino (Lonicera alpigena) (10) le cui bacche sono gemellate tanto da sembrare un unico frutto, faccio la fotografia ad una bacca in maturazione in cui si vedono distinti i punti di attacco dei fiori, la gemellarità è caratteristica dei vari caprifogli ma la siamesità è tipica di questa varietà; a questo punto decidiamo di scendere seguendo il sentiero in costa e solo un Giglio rosso (Lilium croceum) (11) non ancora appassito riesce ancora ad attrarre la nostra attenzione. Sono un poco affaticato, mentre il mio giovane accompagnatore è tutto divertito dalla ammirazione di questa paesaggio così vario e ricco di prospettive diverse fra loro, arriviamo quasi sulla strada asfaltata ma ci sediamo un attimo per riprendere le forze Losseinì va a prendere l’auto ed io fotografo l’Erba di San Giovanni comune (Hypercum perforatum) (12).
Il giorno 30/6 stando alle previsioni non ci dovrebbe essere pioggia nella mattinata così che possiamo fare un giro nel parco del Villaggio Sandro Cagnola presso la Rasa di Varese anche l’amico Losseinì sceglie di venire assieme, arrivati all’entrata del parco scegliamo di salire dal sentiero principale, gli racconto in breve la storia degli ultimi cento anni di vita di questo meraviglioso posto fino a che non raggiungiamo il punto dove alcune esemplari di Betonica (Betonica officinalis) (13) una labiata comune, oggi nel dialetto varesino sentirsi dire che sei una persona ”betonica” vuol dire che parli facilmente di tutto ed infatti i romani sin dai tempi di Nerone attribuivano a questa erba la proprietà di far bene ad una cinquantina di malattie ed anche in Francia nella prima metà dell’800 era classificata come pianta officinale; più su è spuntata la Campanula di Bertola (Campanula bertolae) (14) la numerosa campanulacea tipica dei nostri boschi chiari e, poco distante la fioritura del Camedrio montano (Teucrium montanum) (15) labiata nota per il sapore amaro; finalmente vedo le piantine del Centaureo giallo (Blackstonia perfoliata) (16) la genzianacea ormai una rarità nella nostra provincia, direte che la foto non dà adeguato risalto al fiore ma l’intento era solo quello di attestarne la presenza anche per questo anno; chiudo con questi due fotogrammi l’uno è relativo all’albero delle farfalle la Buddleja (Buddleja davidii) (17) e l’altra relativa alla Scabiosa a foglie sottili (Scabiosa triandra) (18).
Teresio Colombo
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