Segnali di fumo per Galimberti
Il sindaco rimpiazza il dimissionario Mauro Gregori e cede il "ribelle" Iannini all'opposizione. I numeri ci sono, ma i messaggi sono contrastanti

Le dimissioni di un altro esponente della lista civica del sindaco, Mauro Gregori, hanno innescato uno scontro feroce in maggioranza tra chi sostiene il sindaco senza se e senza ma, e chi invece dice di essere stato coinvolto in una campagna elettorale ma poi messo ai margini. Il gesto di Gregori e le accuse del consigliere Gaetano Iannini hanno trovato una secca risposta nella Lista Galimberti, che ha deciso di “espellere” Iannini, ex forzista cooptato in una stagione in cui era evidentemente un valore aggiunto allargare il campo a un elettorato di centrodestra.
La vicenda non ha certo rafforzato l’immagine del centrosinistra e ha dato l’impressione di una compagine che fatica a trovare spesso una sua dimensione unitaria, ma i numeri a Palazzo Estense in realtà sono comunque molti ampi. Il sindaco Galimberti si è sostanzialmente tolto dalla scacchiera una pedina, Gregori, che aveva giocato fin dall’inizio da battitore libero, proponendo ogni giorno un provvedimento diverso ma senza mai ottenere nulla (tranne il divieto di fumo nei parchi). Mentre il secondo dissidente è stato in pratica “ceduto” all’opposizione (da cui proviene) e le sue critiche rigettate con durezza.
Galimberti, con la scomunica di Iannini, rinuncia a un voto, ma sostituisce Gregori con Agostino De Troia, un ex Udc (è stato anche consigliere Aler) che lo ha sostenuto nella campagna elettorale nel quartiere di Bustecche. Il sindaco sceglie la linea dura (la presa di posizione della lista civica è ovviamente concordata col sindaco), forte anche del ritorno del democratico Fabrizio Mirabelli su posizioni politiche a lui più vicine.
Le opposizioni lamentano che Davide Galimberti sia molto autoritario. Ma ribaltando il concetto si potrebbe anche dire che il sindaco comanda sulla sua maggioranza e questo non è un male in politica (finché i numeri lo consentono). Può essere un problema, però, nei rapporti umani, e cogliere i messaggi che arrivano da più parti è anche segno di saggezza a volte.
Rimane tuttavia da capire se questa battaglia interna sia il segnale che la maggioranza è indebolita e non riuscirà quindi a cambiare Varese in meglio, oppure se si tratti solo delle ripicche di chi si aspettava di avere più spazio o più posti di potere. Lo vedremo nei prossimi mesi.
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