Il riscatto dell’Africa passa dal cucito
Suor Rosemary Nyirumbe e il suo libro “cucire la speranza” saranno protagonisti di un incontro che si terrà a Varese venerdì 20
La donna è da sempre simbolo universale di maternità, accoglienza e bontà d’animo.
In Africa, paese troppe volte considerato solo come terra di violenza, la speranza ha il volto di una donna: Suor Rosemary Nyirumbe e il suo libro “cucire la speranza” saranno protagonisti di un incontro che si terrà a Varese presso la sala convegni “Pasquale Monti” alla sede Ascom di Via val Venosta 4, venerdì 20 Ottobre alle 21.00. A moderare l’incontro, organizzato da associazione Kentro, associazione Massimiliano Kolbe e Ascom, Gianni Bottinelli, presidente di Kentro.
CHI E’ SUOR ROSEMARY
Rosemary è la testimone di una società civile che è pronta a guarire e a guidare l’Africa verso una strada di autonomia e cambiamento: più di duemila ragazze, grazie al suo impegno, sono state liberate attraverso l’educazione e il lavoro, dall’LRA, il Lord’s Resistence Army, la milizia che ha a a capo Joseph Kony e che per decenni ha insanguinato il Nord Uganda e il Sud Sudan.
Appena quindicenne, la donna che sarebbe diventata la speranza per una nazione intera, decide di diventare religiosa e di dedicarsi ai poveri, in seguito Rosemary si laurea e prende un master in Etica dello sviluppo all’Università dei Martiri dell’Uganda.
Nel 2001 la svolta: nominata a guida della scuola di Santa Monica a Gulu, ottiene e vive la testimonianza delle ragazze che la frequentano che le rivelano così il dramma di migliaia di bambine rapite, schiavizzate e reso oggetto sessuale dei miliziani, costrette a diventare bambine soldato e a compiere orribili crimini.
La suora ugandese inizia da qui il suo lungo e paziente lavoro di accoglienza, recupero e riscatto personale per le giovani: Santa Monica diventa il luogo di rifugio per tutte quelle ragazze che vogliono ricominciare a vivere con dignità.
L’arte e il cucito sono gli strumenti che Rosemary insegna alle piccole donne per aiutarle ad emanciparsi e a sviluppare una propria cultura del lavoro e in breve tempo la professionalità della scuola diventa un caso internazionale: le borse prodotte a Santa Monica vengono infatti vendute in tutto il mondo e sono considerate pezzi di artigianato di lusso che, attraverso la società “Sister United” fondata dalla suora ugandese, vengono esportate ovunque richieste.
Il lavoro e la presenza di suor Rosemary iniziano così a diventare d’intralcio per quei gruppi terroristici il cui scopo è schiavizzare e seviziare le bambine: le minacce di morte la perseguitano e la sua vita è più volte in pericolo, ma indomita continua la sua pacifica battaglia che la porta, grazie all’associazione “Pros For Africa” fondata dall’avvocato americano Reggie Witten per aiutarla, a diventare nota a livello internazionale e viene ospitata da diversi paesi per poter così portare la sua testimonianza e rivelare gli orrori e le nefandezze della sua terra in giro per il mondo.
Il racconto “Cucire la speranza” restituisce ai lettori un’affascinante e unica storia di fiducia, amore verso il prossimo e coraggio, il tutto riassunto perfettamente in una frase tanto cara e ispiratrice della missione della suora: “la Fede è meglio praticarla che predicarla”
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