I dipendenti degli artigiani protestano per il contratto
I sindacati hanno fatto una scelta particolare, con un presidio davanti alla sede dell'officina di Daniele Parolo, presidente di Cna Lombardia. Critica l'associazione di categoria: "Precedente grave, ma confronto importante"

I lavoratori delle imprese artigiane di Lombardia protestano per il rinnovo del contratto, scaduto da anni e ancora non rinnovato. E lo fanno – scelta particolare – con due manifestazioni di fronte alle due aziende dei presidenti regionali di Confartigianato e Cna, le due principali associazioni di categoria. Così la protesta approda anche a Gallarate, in uno scenario anomalo: non in una piazza o in corteo, ma con un presidio in una stradina secondaria di periferia (via Lario) di fronte all’Officina di Daniele Parolo, numero uno regionale di Cna. Una scelta senza dubbio insolita, che la stessa Cna ha criticato.
La manifestazione ha riunito le diverse sigle sindacali, partendo da una delle categorie di lavoratori coinvolte, quelli delle imprese artigiane del settore delle lavorazioni del legno e lapidei (13mila del legno e 5mila lapidei, in 3500 aziende artigiane lombarde). Il contratto è scaduto dal 2014: «Le richieste precedenti sono cadute nel vuoto. Noi abbiamo sempre avuto un atteggiamento serio e responsabile, ma dobbiamo avere un interlocutore» dice Gianni Fiorucci, della segreteria nazionale della Fillea Cgil, la categoria che riunisce i lavoratori di . I sindacati intorno alle 10 del mattino hanno ottenuto un incontro con Parolo, con una promessa di un passo in avanti della trattativa. «C’è un impegno da parte di Cna: Parolo ci ha detto che martedi porteranno in consiglio regionale un OdG sulla questione, dovranno sentire poi le altre associazioni “sorelle” a partire da Confartigianato» sintetizza al termine Giuseppe Mancin, segretario della Feneal Uil.
La protesta di oggi, che segue la prima mobilitazione sul contratto a febbraio 2017, è stata animata appunto prima di tutto dalla categoria dei lavoratori legno e lapidei, ma le altre seguiranno a ruota. «Abbiamo aperto una rete confederale, coinvolgendo quindi anche le categorie degli alimentaristi, dei chimici e della moda, del commercio, che hanno già avanzato le loro piattaforme» spiega Tiziana Scalco, segretario regionale Fillea.
Oltre che a Gallarate, il presidio per il contratto si è tenuto anche a Roccafranca (Brescia), sede della stamperia di Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Lombardia.

La scelta dei sindacati di protestare di fronte alle aziende artigiane dei presidenti è indubbiamente inconsueta e non è certo piaciuta ai diretti interessati. «È un precedente grave» dice Cna Lombardia. «Siamo di fronte ad un caso di disintermediazione delle rappresentanze datoriali (ed indirettamente sindacali) che sembra allinearsi con alcune prassi sociali e politiche che abbiamo più volte indicato come contrarie ai principi di fondo di una democrazia fondata sulla rappresentanza». Cna e il suo presidente Parolo hanno anche confermato di riconoscere «nel confronto costruttivo con CGIL CISL e UIL e le rispettive categorie sindacali uno strumento decisivo per la crescita economica e la coesione sociale». L’associazione di categoria chiede però anche «una forte moderazione delle richieste sindacali» che sia «coerente con le effettive capacità delle imprese e con una crescita economica ancora limitata e da consolidare». Lo stesso gruppo Cna Lombardia ha comunque ribadito che l’incontro in via Lario a Gallarate è stato «cordiale».
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