In edicola e sul web è arrivata la nuova Repubblica
A presentarlo è il direttore Mario Calabresi che ha mandato alle stampe e online un giornale con una nuova veste grafica e nuovi contenuti
Oggi in edicola e online è arrivato un nuovo Repubblica, “il frutto di 18 mesi di cantiere di ascolto e di riflessione, con gruppi di discussione, indagini demoscopiche e interviste ai lettori”.
A presentarlo è il direttore Mario Calabresi che per oggi ha mandato alle stampe e online un giornale con una nuova veste grafica e nuovi contenuti.
Abbiamo raddoppiato lo spazio per le analisi. Due soli temi del giorno in primo piano, i due fatti fondamentali che meritano di essere approfonditi e compresi, e una pagina – la “Quarta Pagina” – per le campagne giornalistiche che devono definire Repubblica. Poi le sezioni tradizionali a partire dalla politica e dagli esteri, permettendoci il lusso di uno sguardo largo sul mondo, per restituire la ricchezza di un giornale che si ostina ad avere corrispondenti e inviati in tutto il pianeta. Tutto questo con una scansione ordinata e chiara, per orientarci nel caos in cui viviamo.
Un’altra novità è il font con il quale è scritto il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari che dal fondatore ha preso proprio il nome:
Abbiamo ridisegnato il carattere – si chiama Eugenio, un omaggio al fondatore – ed è decisamente più grande e più leggibile. Qualcuno potrà togliere gli occhiali e sentirsi più giovane.
La premessa di questo cambiamento sta anche nel modo di fruire l’informazione online. Così la spiega Calabresi:
Che cosa era indispensabile cambiare? Prima di tutto l’eccesso di sovrapposizione tra ciò che offre gratuitamente il nostro sito e la Rete in generale e ciò che viene stampato sul giornale. “Perché devo pagare per avere le stesse informazioni che posso trovare ovunque?”, chiedono i lettori a ogni latitudine. A questa domanda non si poteva certo rispondere impoverendo Repubblica.it, di gran lunga il primo sito italiano di informazione e una realtà di successo senza precedenti. Abbiamo deciso di distinguere in modo radicale i due prodotti. La Rete ci bombarda di notizie ma non ha il tempo e le risorse per rispondere in modo approfondito ai perché accadono le cose. Un giornale oggi ha senso di esistere se spiega i contesti, se va alla radice dei problemi, se indica le conseguenze dei fatti e le possibili soluzioni. Un giornale ha senso se può offrire ai lettori materiali di riflessione, analisi e punti di vista. Se può svolgere una funzione fondamentale per la democrazia: la critica.
Ecco le novità che riguardano la versione online:
Ma il cambiamento non riguarda solo il giornale in edicola. Il giornalismo di Repubblica continua a declinarsi sul digitale e si arricchisce di un nuovo prodotto, distinto da Repubblica.it: la web app in abbonamento. Si chiama Rep: (la trovate qui) e da oggi è possibile attivare il primo mese di prova gratuito. Il costo poi sarà di 9,99 euro al mese.
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