“Ofo è solo l’inizio per un futuro sostenibile”

L'assessore Dino De Simone torna sul servizio del bike sharing e affronta il tema dei dati e del futuro che ci attende. "La città più connessa e con una mobilità sostenibile sarà più attrattiva"

Arriva il bike sharing Ofo a Varese

Nella visione del futuro la mobilità sta occupando un posto sempre più centrale. Ci sono continui segnali di interesse e nel giro di pochi minuti due servizi in diversi tg della Rai hanno toccato l’argomento. Da una parte si continua a parlare spesso di auto a guida autonoma dentro un sistema connesso, dall’altro ci si attiene a una migliore gestione di ciò che stiamo vivendo, come quello che ha sostenuto al Tg3 Claudio Descalzi.

Galleria fotografica

Arriva il bike sharing di OFO a Varese 4 di 17

“Siamo dentro un periodo di transizione – ha sostenuto l’amministratore delegato di Eni – ben venga l’auto elettrica, ma noi non produciamo macchine e ci dobbiamo preoccupare di sviluppare un carburante che inquini meno e che non faccia cambiare i motori ai cittadini”.

Dentro visioni e progettazioni così innovative si inserisce anche il ruolo delle amministrazioni e in questo che ruolo vuole giocare Varese?

Ne abbiamo parlato con l’assessore Dino De Simone che da sempre si occupa di ambiente e mobilità sostenibile.

Partiamo dall’ultimo progetto di cui si parla spesso: il bike sharing di Ofo. Qual è il suo giudizio dopo tre settimane di avvio del servizio?

«Ampiamente positivo perché c’è una bella risposta dei cittadini e non solo delle fasce più giovani. Il servizio funziona e qualcuno sta chiedendo addirittura di ampliare il parco bici. È un buon segnale anche per l’arrivo di un secondo gestore».

Crede davvero sia possibile aggiungere un altro soggetto?

«Con Mobike, l’altro gigante dello sharing a due ruote, abbiamo avuto dei contatti. Noi, a differenza di Milano, dove il numero di bici sono state contingentate, abbiamo previsto la massima liberalizzazione purché si rispettino alcune regole minime nell’utilizzo».

È proprio vero che il servizio di Ofo non costi un solo euro al comune?

«Certo. A meno che non si voglia calcolare l’eventuale azione della polizia locale, ma a questo livello il discorso varrebbe per qualsiasi azione».

Il fatto che dietro a Ofo ci sia un gigante del commercio elettronico come Alibaba, e che questo possa significare consegnargli tantissimi dati, non potrebbe essere un problema?

«Quando utilizzo il Telepass, la carta di credito, lo smartphone permetto di sapere moltissimo su ciò che faccio. Viviamo dentro una società connessa e dovremo impegnarci a starci con la maggiore consapevolezza possibile. Prendersela con Ofo non ha senso perché sarebbe l’ultimo dei soggetti che acquisisce dati. Più che un problema penso si tratti di una sfida da raccogliere. Poi sono convinto che sia giusto sapere sempre cosa ci sia dietro un servizio, però questo non deve diventare un pretesto per fermarsi. Dobbiamo pensare al nuovo millennio e al futuro con fiducia».

L’arrivo di Ofo fa quindi parte di una strategia più ampia legata alla mobilità?

«Si. Stiamo lavorando a una sorta di puzzle con diversi progetti. Siamo partiti con l’elemento più duro da digerire da parte dei cittadini: il piano della sosta. Ben prima di quello però, nel 2016, avevamo presentato al ministro dell’ambiente un progetto complesso definito casa-scuola, casa-lavoro che prevede la messa in sicurezza delle aree limitrofe alle scuole, percorsi sicuri, stalli per la bici elettriche e diverse azioni di comunicazione e formazione. Ora sono arrivati alcuni dei fondi richiesti e inizieremo a lavorare concretamente. La mobilità elettrica sarà implementata ed è bene sapere che con Torino, Milano, Bologna e Firenze siamo tra le città promotrici. Personalmente sono il coordinatore del gruppo di lavoro nazionale che si occupa di mobilità ciclabile, motociclabile e della navigazione. Abbiamo quindi interlocuzione con importanti realtà come Enel che sta già finanziando grandi progetti in questo settore. Il futuro è dell’auto elettrica e di quella a guida autonoma. Abbiamo la responsabilità di inserirci in questo scenario che è già pronto per i prossimi anni».

Intanto che lei guarda con fiducia alla costruzione di questo futuro si diffondono continue polemiche. Come risponde a chi contesta le vostre scelte?

«Le polemiche sulle piccole cose mi lasciano perplesso, ma dobbiamo andare avanti con fiducia».

Non crede ci sia anche un problema di comunicazione?

«Probabilmente si. Dobbiamo informare e lavorare per rendere tutti più consapevoli, ma occorre avere anche il coraggio di dire che il vecchio modello non era migliore di quello che stiamo vivendo. Ricordo che quando si iniziò a usare il fotovoltaico si diceva che questo avrebbe fatto più danni del petrolio».

Le questioni che lei solleva riguardano aspetti diversi della città e quindi coinvolgono diversi soggetti. C’è collaborazione tra gli assessorati su questo?

«Il nuovo paradigma è l’interrelazione tra i sistemi. Basta lavorare con i paraocchi. La mobilità è un pezzo di disegno di un diverso modo di lavorare e quindi coinvolge diversi assessorati. Anche la sicurezza fa parte di questo nuovo modo che tiene in relazione tutto. Il lavoro congiunto e integrato è fondamentale perché così si creeranno nuovi posti di lavoro, un miglioramento per il commercio e saremo tutti più sicuri. Faccio un esempio concreto. Quando avremo gli stalli per le ricariche elettriche il territorio diverrà più attrattivo. Basta guardare a quello che stanno facendo gli svizzeri che incentivano l’uso del treno e dell’auto elettrica. L’alternativa è perdere un’occasione perché il futuro si costruisce adesso e andrà ben oltre la nostra amministrazione. Noi dobbiamo guardare tra quindici anni perché altrimenti il turismo sceglierà mete diverse. Interdipendenza è la parola chiave per il futuro».

In questi giorni sta arrivando a termine il lungo processo per i crimini della guerra nell’ex Jugoslavia. Il fondatore dei Verdi Alex Langer fu uno dei protagonisti per la pace in quell’area, ma fu anche un grande visionario rispetto ai temi ambientali. Lei lo considera ancora come un suo punto di riferimento ideale?

«Molto. Come lui credo che la sostenibilità sarà possibile solo quando diverrà desiderabile dalla maggioranza dei cittadini. Langer non era elitario e pensava al cuore delle persone. Se non le fai sognare nessun progetto è raggiungibile. Non si arriva alla sostenibilità per imposizione o per legge. È un passaggio culturale e quello che successe in Jugoslavia è un segno preciso».

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

La libertà è una condizione essenziale della nostra vita. Non ci può essere libertà senza consapevolezza e per questo l’informazione è fondamentale per ogni comunità.

Pubblicato il 30 Novembre 2017
Leggi i commenti

Galleria fotografica

Arriva il bike sharing di OFO a Varese 4 di 17

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.