Sei donne profughe in arrivo dalla Libia nella diocesi di Milano
«Un gesto di accoglienza che segna il nostro Natale»
Sono atterrati all’aeroporto di Ciampino i profughi beneficiari del Corridoio umanitario aperto con la Libia in virtù di un accordo con il Ministero dell’Interno e la Conferenza episcopale italiana.
Su un numero totale di circa 160 persone, che saranno suddivise tra le varie Caritas diocesane su tutto il territorio nazionale, Caritas Ambrosiana ha messo a disposizione i propri centri per accoglierne 6.
Quattro saranno ospitati presso Casa Suraya, l’ex convitto delle suore della Riparazione in via Padre Carlo Salerio 51 a Milano trasformato dalla Cooperativa Farsi Prossimo in comunità di accoglienza per richiedenti asilo dal 2014. Due saranno destinate nel centro di accoglienza straordinaria della stessa cooperativa che si trova a Taino, in provincia di Varese.
Gli operatori delle due strutture hanno già preparato le camere e sono pronti ad andare a prende gli ospiti all’hub gestito dalla Croce Rossa a Bresso non appena arriveranno.
«Ci hanno detto che sono donne di nazionalità eritrea, che si trovavano bloccate nei centri di detenzione nel sud del Paese Nord Africano. Non sappiamo altro, ma siamo pronti a dare loro tutto il nostro sostegno», assicura la presidente della Cooperativa Farsi Prossimo, Annamaria Lodi.
«L’operazione voluta dalla Conferenza episcopale italiana e Ministero dell’Interno ha un intento eminentemente umanitario: ha lo scopo di strappare persone particolarmente vulnerabili da quell’inferno che è diventata la Libia. Per questa ragione, ci siamo messi a diposizione, aderendo subito al progetto. Non potevamo non compiere questo piccolo gesto di accoglienza proprio a Natale», dichiara Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.
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