Romani (First Cisl): “Le banche rispondono agli azionisti e dimenticano i risparmiatori”
Presentato il manifesto "Adesso banca" sei punti per far ripartire il sistema del credito. «Nella cessione degli Npl c'è poca trasparenza»

È stato un venerdì da leoni per i cosiddetti corpi intermedi. A Verona le assise generali di Confindustria hanno consegnato al Paese e a chi si appresta a governarlo un importante documento di politica industriale dove si dice esattamente cosa fare, come farlo e con quali risorse. A Varese il segretario nazionale della First Cisl, Giulio Romani, Adria Bartolich, segretaria della Cisl dei Laghi, e Maurizio Locatelli, formatore della First Cisl dei laghi, hanno presentato “Adesso Banca” un manifesto per la tutela del risparmio e del lavoro, di fronte ad alcuni politici nazionali e locali tra i quali il senatore della Lega Stefano Candiani, la deputata del Pd Maria Chiara Gadda, l’assessore comunale Roberto Molinari e Salvatore Vita candidato di Liberi e uguali alle elezioni regionali. (foto da sinistra: Bartolich, Romani e Locatelli)
SI PUÒ FARE
Il manifesto si articola in sei punti molto chiari, obiettivi raggiungibili e curativi per l’intero sistema del credito a condizione che le banche decidano di attuarli. Sei punti di buon senso per dare un ruolo negli organismi di controllo e in quelli sociali ai risparmiatori e ai lavoratori, liberare i lavoratori dalle pressioni commerciali, salvaguardare i risparmiatori, dare valore agli Npl e combattere speculazioni e abusi, retribuire in modo responsabile i top manager e punire i responsabili dei disastri bancari.
«Il primo passo – ha detto Adria Bartolich – è separare le banche commerciali da quelle d’investimento e favorire l’accesso al credito di famiglie e pmi. Bisogna inoltre ripristinare un rapporto di fiducia, motore dell’economia reale e finanziaria, tra istituti di credito, cittadini risparmiatori e territorio. Oggi quella fiducia è venuta meno. I piccoli si vedono troppo spesso chiudere le porte in faccia mentre per i grandi gruppi e i soliti noti ci sono le corsie preferenziali con gli effetti che conosciamo».
L’INTERESSE CHE PERSEGUE LA BANCA È QUELLO DEGLI AZIONISTI
La lezione di Raffaele Mattioli e della Comit è ancora valida a distanza di 80 anni. Le banche devono tornare a fare le banche, cioè raccogliere risparmio, che è il sudore di chi ha lavorato, tutelarlo con grande attenzione e impiegarlo nell’interesse del sistema Paese. «Negli ultimi trent’anni è cambiata la natura delle banche – ha detto Giulio Romani – che essendo imprese devono rispondere agli azionisti e fare utile. Questo è il grande equivoco, le privatizzazioni integrali e la scelta di lasciare alle fondazioni il ruolo di azionisti di minoranza ha tolto di mezzo l’interesse pubblico. In Germania invece c’è un sistema misto che riesce a garantire un punto di equilibrio del sistema».
La politica, secondo Romani, gli strumenti per invertire la rotta ce li ha dovrebbe dunque agire leva del controllo, una partecipazione più attiva e diffusa nella governance bancaria dove spesso sono sacrificati i piccoli azionisti, estromessi anche quando percentuali consistenti del capitale azionario, e le manovre fiscali per scoraggiare le azioni meramente speculative.
LA PARTITA DEGLI NPL È CRUCIALE
Sugli Npl (non performing loans, crediti deteriorati), altra partita chiave in questa fase, il segretario nazionale della First Cisl è tranciante. Il credito deteriorato quando esce dalla vigilanza bancaria, per essere affidato al primo che capita, perde ogni tutela. Le banche cedono agli hedge funds al 15% – 20 % un credito che a bilancio viene iscritto al 40% e la differenza, molto consistente, se la intascano i fondi speculativi. «Spesso si tratta di capitali poco trasparenti – spiega Romani – e in alcuni casi ci si trova di fronte a operazioni di riciclaggio di denaro. Una cosa deve essere chiara: quando un banca cede Npl a un fondo sta liquidando a prezzi stracciati posti di lavoro, case, macchine, aziende a soggetti già ricchi che guadagneranno molto di più di quanto hanno rischiato. Mentre con un po’ di pazienza la banca potrebbe recuperarli direttamente».
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