Aldo Moro metteva la giacca anche in spiaggia

Qualche anno fa nella sua testimonianza agli studenti delle scuole medie di Gavirate, Agnese Moro fece un ritratto del padre, raccontando come l'uomo di Stato viveva il suo ruolo all'interno della famiglia

agnese moro

Cinque anni fa Agnese Moro, figlia dello statista Aldo Moro , venne a Gavirate a incontrare gli studenti delle scuole medie. Agnese Moro fece il ritratto del padre, non del politico, delle sue attenzioni verso i figli e del suo modo di portare il suo ruolo di uomo di stato all’interno della famiglia. «Noi sapevamo di avere un quinto fratello: il popolo italiano» disse la figlia del presidente della Democrazia cristiana.

Un’identificazione totale con il Paese, così forte da non abbandonarlo mai, nemmeno nei momenti di relax. «Quando andavamo in spiaggia – raccontò allora Agnese Moro – papà indossava sempre la giacca  e quando gli chiedevo una spiegazione lui mi rispondeva che essendo un rappresentante del popolo italiano doveva essere sempre dignitoso e presentabile. Amava a tal punto l’Italia che se qualcuno andava all’estero in vacanza, puntualmente osservava: “Perché, se in Italia c’è tutto”».

Durante l’incontro alle scuole medie di GavirateAgnese Moro ricordò i momenti con l’uomo del dialogo e del confronto. «Mio padre non era vanitoso, non si vantava mai di ciò che faceva, ma piuttosto diceva “ti lascio questo da leggere, se hai tempo”. Aveva attenzione e rispetto nei confronti delle persone e credeva fortemente nella democrazia e nella partecipazione popolare».

Sullo schermo quella mattina rimase a lungo una foto tenerissima di Aldo Moro con i figli al circo. Un momento di gioia e serenità, attimi di intimità famigliare che ha coltivato anche durante i 55 giorni di prigionia come testimoniano le lettere indirizzate alla famiglia. «Mio padre era sempre con la sua famiglia anche nelle missioni all’estero – raccontò Agnese Moro – e nelle cartoline che ci spediva si raccomandava sempre di «spegnere il gas».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 16 Marzo 2018
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