Nadia Rosa e i primi giorni da sindaco

La prima cittadina racconta le prime incombenze e la sua impressione sull'esito elettorale: "Negli ultimi giorni avevamo notato un appoggio più aperto dei lonatesi"

Lonate Pozzolo

Nel primo pomeriggio di martedì, Nadia Rosa – neosindaco di Lonate Pozzolo – apre il cancello del municipio, per salire nel suo studio. È lo scenario dei paesi, dove il sindaco ha davvero (non metaforicamente) le chiavi del municipio.

«Ieri ho fatto un giro a salutare e conoscere meglio tutto il personale» spiega. L’incontro con i dipendenti comunali è stato contestuale al saluto del commissario prefettizio Gaetano Losa, in un giorno che è stato dunque anche di passaggio di consegne.

« Queste prime settimane sono occupate da queste incombenze: la nomina della giunta, la convocazione del consiglio comunale, la conferma degli incarichi dei responsabili di settore, che erano stati prorogati fino alla data delle elezioni. So poi che ci sono casi di servizi sociali che sono urgenti da affrontare».

Le norme sugli enti locali prevedono che si debba convocare il consiglio comunale entro dieci giorni dalle elezioni, in una data nei dieci giorni successivi. Insomma, c’è tempo fino al 30 giugno. Quando sarà il consiglio? «Potrebbe essere il 25 giugno». Lei aveva già indicato i nomi per la giunta: quando diventerà operativa? «In questi giorni, siamo già pronti, bisogna preparare la delibera con tutte le deleghe». Affiderà anche deleghe a qualche consigliere, su temi specifici? «Ci saranno un paio di consiglieri delegati» si limita a dire per ora Rosa, rinviando al consiglio comunale le comunicazioni ufficiali.

Fuori dall’ufficio del sindaco ci sono i due quadri con i nomi dei sindaci, c’è anche il nome del nonno paterno di Rosa, sindaco nel dopoguerra. Com’è trovarsi sindaco oggi? «Vedo tante persone che mi salutano, che fanno le congratulazioni, dimostrano attenzione: non so sia una cosa normale. Posso dire che è una attenzione che avevo notato anche nei giorni precedenti».

Passando al versante politico, quali sono stati secondo lei gli elementi vincenti della campagna elettorale, al di là del contesto particolare che viveva Lonate? «Prima di tutto il contesto, sicuramente. Secondo, credo abbia avuto un valore particolare il fatto di avere la giunta pronta: era da un lato un po’ un azzardo, ma è stato un modo per dimostrare che avevamo le idee chiare. E poi i tanti giovani, non solo perché giovani ma anche perché competenti: mi fa davvero piacere perché la nostra idea è creare una continuità d’impegno di qui in poi. Questa è una differenza rispetto alle due elezioni precendenti, dove vedevamo uno scarto generazione marcato. E da ultimo una lista civica nata davvero da esperienze diverse: si hanno prospettive diverse su quello con cui ci si confronta. Al di là di questo le analisi del voto lasciano il tempo che trovano, ad esempio sulla astensione, sull’assenza del Movimento 5 Stelle. Posso dire però che tanti della Lega ci hanno votati».

Al di là dei consiglieri eletti, la lista è anche un motore politico, un gruppo più ampio: come lavorerete con il gruppo di Uniti e Liberi? «Ieri intanto abbiamo fatto festa, oggi mi hanno chiesto già di trovarci…» dice sorridendo. «Ci organizziamo un po’ con la giunta e un po’ con il gruppo. Anche ieri sera ho ringraziato tutti, siamo in tanti e sono convinta che rimarremo in tanti. Servirà anche per capire come lavorare su tanti temi, anche sulla comunicazione. Partendo dalla pagina Facebook del Comune, su cui già mi richiamano…» (la necessità di una pagina social del Comune è una vecchia battaglia di Paolo Tiziani, in questo 2018 candidato di Grande Nord).

All’esterno la vostra vittoria, per una serie di motivi, ha stupito alcuni: voi avete avuto la sensazione che fosse vicina? «Durante la campagna elettorale c’erano alti e bassi, nella percezione del clima, è sempre così. Ma negli ultimi giorni abbiamo notato un appoggio più aperto nei nostri confronti, più persone che si avvicinavano. Anche una certa presenza di alcuni ospiti a fianco di Ausilia Angelino, così insistita, forse non ha pagato».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 12 Giugno 2018
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