Ciao Jairo, è stato bello conoscerti

Martin Stigol e Noemi Bassani del Progetto Zattera ricordano il piccolo investito da un'auto la mattina di ferragosto che frequentava il corso di teatro

progetto zattera

Martin Stigol e Noemi Bassani ricordano il bambino rimasto vittima di un incidente la mattina di ferragosto. Era alunno del corso di teatro, un’esperienza che li ha fatti incontrare e diventare amici 


Ciao Jairo, ci mancherai in quelle ore di teatro condivise, nello spazio di un venerdì al Teatro Sociale.

Il caso vuole che ci siamo trovati li, con altri ragazzi come te e il caso vuole che non avrei mai immaginato di dovere scriverti questa lettera. Ci siamo salutati con un applauso e un “buon estate” a tutti. Però quest’estate 2018 di buono ha riservato pochissimo.

Quando tua mamma ci ha scritto, non ci potevamo credere e abbiamo dovuto leggere il messaggio cinque volte.

Se fosse possibile, vorremmo chiederti perché sei uscito di casa così presto, senza nemmeno il tempo di metterti le scarpe, per inseguire il tuo cane. Tu che a teatro eri così calmo e sicuro di te!

Come mai non hai pensato che così facendo avresti messo in pericolo il tuo presente e il nostro futuro, trasformando con un gesto spericolato il tuo addio per sempre. Non hai pensato neanche per un secondo che il tuo coraggio metteva a repentaglio tutto te stesso, lasciando, nei tuoi cari e nei tuoi amici, un vuoto incolmabile.

Nelle ultime foto scattate a teatro avevi indossato un capello nero e sembravi uno di quei contadini latinoamericani che si vestono a festa per andare la domenica in paese e con il tuo sorriso prendevi in giro il mondo. Proprio questo mondo così contraddittorio, che permette alle macchine di correre per le nostre strade, senza tenere conto che uomini e macchine, qualche volta, non vanno d’accordo.

Se almeno avessi lasciato la tua voglia di correre, per sederti un secondo accanto ai tuoi, per inseguire il tuo cane con la macchina o farti accompagnare da tuo fratello. Invece tu, con tuoi anni di piccolo uomo, sei scappato dal cortile e hai cominciato a correre scalzo per una via, che invita alla corsa, anche quando uno ha tutto il tempo da perdere. Adesso non ci sei e a settembre non ci sarai alla prima lezione, quando faremo un minuto di silenzio per ricordarti, come si fa allo stadio. E ti dico subito, che il tuo coraggio spericolato e la tua foto è già appiccicata nel cuore di tutti.

Ma vorremmo fermare il tempo e cancellare quella brutta giornata per dirti: “amigo quedate quieto” “amico fermati un attimo” ma questo, lo sappiamo bene,non si può fare. Come non si può fermare un cane che corre con la testa confusa verso non so dove.

E poi vorremmo fermare il tempo per dirti “aspetta che ci sono altri ragazzi come te” che corrono liberi con i loro cani, perché hanno la tua età e il tuo coraggio infinito. Tu hai fatto il tuo dovere di padrone e su questo non ci sono dubbi. E poi in questa corsa alle sette del mattino, avrai sentito una botta forte, dolore e tanta confusione.

Caro amico, oggi verremo al tuo funerale, e prenderemo per mano i nostri compagni del corso e ci faremo forza per farci dimenticare questo brutto momento e poi con la speranza che tutto questo sia un brutto sogno, uno scherzo di cattivo gusto ci daremo un forte abbraccio. Ma purtroppo non sarà così e quando la chiesa sarà vuota, con lo sguardo cercheremo una nuvola, per vedere, dove, forse, ti trovi adesso.

Per dirti “Ciao” come nella canzone di Lucio Dalla, per dirti “Adios” e per dirti grazie. Perché grazie a te, alla tua immensa generosità, tanti altri riprenderanno la strada della speranza e della guarigione. Non è un segreto, è scritto anche sui giornali, che tu (o chi per te) nell’andartene così velocemente, hai pensato a lasciare una porta aperta a chi ha un forte bisogno di vivere, regalando parte della tua vita.

Ciao Jairo, è stato bello conoscerti e non ti dimenticheremo mai. Tu invece, trova il modo di perdonarci per questa modernità così cinica che non rispetta la tua tenera età e non da spazio alla tenerezza di un ragazzo che corre per strada per riprendersi il cane.

Martin e Noemi

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Pubblicato il 23 Agosto 2018
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